Spaccatura nella maggioranza dopo il subemendamento della Lega, però bocciato. Ecco cosa cambia e quando nella gestione dell’emergenza da parte di Draghi
Non è bastata la strigliata di Draghi ai partiti che già torna in scena una spaccatura netta in seno alla maggioranza. La Lega ha tentato il colpo di mano in Commissione Affari sociali alla Camera durante l’esame del decreto Covid, presentando un subemendamento all’emendamento del governo, firmato dal relatore Massimiliano Panizzut, che chiedeva l’eliminazione del green pass allo scadere dello stato di emergenza il 31 marzo.
La seduta era stata sospesa dopo la presentazione di tutti gli emendamenti perché ancora una volta la posizione “anomala” della Lega aveva diviso la maggioranza. Poi i lavori sono ripartiti e si è arrivati alla bocciatura finale. Il testo non è passato ma è stato subito caos.
A votare contro Pd, M5s, LeU, Italia Viva, che chiedono una graduale eliminazione delle restrizioni. A favore invece, oltre alla Lega stessa, le opposizioni, Fratelli d’Italia e Alternativa. Astenuta Forza Italia. L’emendamento del Carroccio è stato bocciato con 13 voti a favore, 22 contrari e 5 astenuti.
“Noi chiediamo a tutti di essere seri e responsabili” ma oggi “a me ha colpito che dopo quello che è successo l’altro giorno, come se nulla fosse, la Lega ha votato fuori dalle logica di maggioranza e contro il parere del governo. Noi chiediamo serietà” ammonisce il segretario del Pd Enrico Letta. “La chiediamo innanzitutto a noi stessi e la chiediamo a tutti, perché è l’unico modo in cui questo lavoro comune che abbiamo chiesto al presidente Draghi vada avanti con efficacia”.
Va detto però che non tutti i leghisti concordano con Salvini. Come in altri casi, anche questa volta a smarcarsi è Luca Zaia. “Revoca? La decisione per quanto mi riguarda deve essere vagliata a livello nazionale”, ha detto il governatore del Veneto. “Noi – ha aggiunto – non ci siamo inventati il certificato verde. Comunque è una genesi nazionale. Ma noi abbiamo il 90% di vaccinati, e c’è un rovescio della medaglia: da un lato sarebbe un bel segnale, ma conta la valutazione scientifica a livello nazionale”.
Intanto, mentre Omicron rallenta la sua corsa, il governo continua a ragionare su come portare il Belpaese fuori dalla pandemia e soprattutto su come riportare i turisti in Italia, per ridare fiato a uno dei settori che più di tutti hanno subito le devastanti conseguenze dell’emergenza sanitaria, con chiusure forzate e crisi intera di un settore.
Ciò che è ormai certo è che lo stato di emergenza in scadenza il 31 marzo non sarà prorogato ancora: dal 1° aprile, quindi, almeno sulla carta il Covid sarà finito. Non significa certo che se ne sarà andato, ma che grazie ai vaccini saremo ormai entrati a pieno titolo nella fase endemica di convivenza “pacifica” con il virus, che resterà, ma rimarrà sotto controllo come succede per moltissime altre malattie.
Il 31 marzo scade l’obbligo di super green pass per i viaggi in treno, aerei, navi e per il trasporto pubblico locale. Draghi intende “eliminare le restrizioni il più presto possibile”, ma una data è ancora da stabilire.
Già dal 1° aprile dovrebbe invece essere eliminato l’obbligo di green pass per chi consuma al tavolo all’aperto di bar e ristoranti. A maggio potrebbe essere eliminato anche nei locali al chiuso (qui quando potremo togliere le mascherine al chiuso).
Dopo aver eliminato il tampone per chi arriva dai Paesi dell’Unione Europea, il governo vuole rendere più agevoli gli ingressi anche per chi proviene dagli altri Stati, per cui ad oggi sono previste ancora quarantena o tampone. Draghi e la sua squadra stanno valutando di abolire la quarantena per chi arriva dall’estero e di non prorogare l’obbligo di green pass dopo il 31 marzo almeno per gli alberghi e le altre strutture ricettive.
Già questa settimana i tecnici di Palazzo Chigi dovrebbero mettere a punto la road map per la fine delle restrizioni. Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia preme “per fare in fretta”, sottolineando la necessità “di non rimanere indietro rispetto ai Paesi concorrenti come Francia e Spagna, che hanno già fissato le date per l’eliminazione delle restrizioni”. Una data sul tavolo c’è già: potrebbe essere domenica 17 aprile, giorno di Pasqua.
L’altra novità di queste ore riguarda la quarta dose di vaccino. Oggi in Italia abbiamo, con il ciclo completo, l’89% dei cittadini, cioè oltre 48 milioni di italiani. Con solo prima dose e guariti, siamo quasi al 94%, quindi quasi 51 milioni.
Al momento la quarta iniezione è prevista solo per i fragili e partirà l’1 marzo. Ad annunciarlo il commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo. “Per ciò che riguarda la quarta dose di vaccino anti Covid stiamo per dare le disposizioni attuative perché con il Ministero della Salute e le Regioni stiamo ben individuando le platee.
“Ovviamente sarà abbastanza estensiva” per le categorie di persone più fragili e l’indicazione del Commissario “è quella che partiremo il 1° marzo: quindi sicuramente continueremo a tenere l’organizzazione che c’è ora in atto. Dobbiamo continuare a vaccinare sperando che ci siano ancora persone esitanti che abbiano compreso, finalmente, l’importanza del vaccino” (qui i nuovi dati Covid: ecco chi muore ancora di Covid oggi).
Figliuolo spiega che “abbiamo delle dosi di vaccino stivate per ogni eventualità, poi dopo il 31 marzo, quando passeremo la mano, ci sono tutte le interlocuzioni con il Ministero della Salute per lasciare un pacchetto pronto”.
Queste le parole del generale nell’anniversario dei 2 anni della pandemia. “Oggi cadono i 2 anni dal primo caso e non dobbiamo dimenticarcene: è facile fare le cicale ma quando vengono i tempi duri dobbiamo aver messo del grano da parte. Guai a non aver fatto lezione di questo periodo. Naturalmente speriamo che non accada nulla”.
E dopo l’arrivo del primo farmaco che previene il Covid, messo a punto da AstraZeneca, annuncia “per la fine di questa settimana” l’arrivo del vaccino Novavax: poco più di 1 milione di dosi che saranno subito distribuite a tutte le Regioni e Province autonome. Poi ne arriveranno altri 2 milioni nel mese di marzo. “Per cui ci sarà possibilità anche di utilizzo di questo ulteriore vaccino”.