La difficile situazione economica, sociale e politica dell’Italia, e l’urgenza di porvi rimedio. Questi i temi affrontati da Beppe Grillo, che questa mattina è salito al Quirinale insieme ai capigruppo al Senato Nicola Morra e della Camera Riccardo Nuti, accompagnati da Casaleggio. “L’Italia è una Caporetto e il Parlamento è esautorato. Il governo fa i decreti legge, il Parlamento approva a comando. Non siamo più una Repubblica parlamentare e forse non siamo più una democrazia”, ha detto Grillo al Capo dello Stato, chiedendogli di intervenire attraverso, se necessario, un ritorno alle urne. “Mi sono permesso di dire a Napolitano – ha spiegato Grillo ai girornalisti – che non si fanno riforme così nei momenti di guerra. Gli ho suggerito di andare in Tv a reti unificate e dire qual è la situazione del Paese: non c’è più tempo”.
“La nazione è una pentola a pressione che sta per saltare. E il governo si balocca”, ha aggiunto poi Grillo, che ha inoltre ringraziato Napolitano per la gentile accoglienza e per la sollecitudine. “Gli ho espresso la mia preoccupazione per la condizione economica, sociale e politica del paese”, ha dichiarato il leader del M5s. “La gente vuole prendere i fucili, i bastoni e sono io a dire proviamo ancora con i metodi democratici”. “Noi li vogliamo buttare fuori con metodi democratici però poi ci stuferemo”, ha quindi avvertito Grillo. Una tempra aggressiva, quella di Grillo, che non ha risparmiato neppure il Capo dello Stato. C’è da chiedersi fino a che punto l’irriverenza del leader del M5s possa davvero spingere all’azione, o rivelarsi, come già successo in precedenza, un’attrativa per menti facilmente influenzabili.