La trattativa con l’ex premier sulla definizione delle nuove regole dei 5 stelle si è arenata sulla questione delle prerogative del Garante, fortemente limitate nella bozza inviata da Conte al fondatore. A questo punto, la presentazione del nuovo M5S e il via libera all’elezione di Conte come nuovo presidente è rinviata a data da destinarsi. Si attende preliminarmente un incontro tra Conte e Grillo.
L’evento di lancio del neo-M5s in cui Giuseppe Conte presenterà il nuovo Statuto e la carta valori 5 Stelle era stato inizialmente ipotizzato per questa settimana e il M5s aveva anche “opzionato” una sala a Roma per il prossimo giovedì.
Al momento, tuttavia, quella data non è stata confermata né, allo stato, ne è stata fissata una nuova.
Il tutto sarebbe dovuto ad una diversa valutazione sulle norme contenute nel nuovo Statuto e sulla conformazione del futuro organismo direttivo, tra Giuseppe Conte e il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, che resterà garante del M5s.
Grillo ha preteso l’ultima parola su tutto. E una parte significativa di quel tutto non gli piace. Nelle nuove carte fondative dei pentastellati il suo ruolo sarebbe stato ridotto a quello di un padre nobile, una figura poco più di rappresentanza.
La nuova architettura ipotizzata da Conte contempla un po’ tutti gli aspetti della vita associativa del partito ma Grillo lamenta di non aver avuto nessuna voce in capitolo nella scrittura delle nuove regole.
Conte ha condotto tutta la fase di elaborazione in uno splendido isolamento, e ancora oggi nessuno tra Camera e Senato ha potuto visionare una bozza per presentare osservazioni e mandare suggerimenti. La goccia ha fatto traboccare il vaso quando è iniziata a circolare la voce che sarebbero stati concessi “cinque o sei giorni di confronto”, ma comunque dopo la presentazione pubblica.
L’uomo a cui Grillo ha affidato le chiavi del Movimento punta a un abito cucito su misura. Una cosa inconcepibile per il garante, che ritiene che pur con la sensibilità di ognuno, anche del leader di turno, alcuni aspetti della vita del Movimento debbano essere preservati a prescindere. E dunque il suo ruolo, che al contrario verrebbe ridimensionato a tal punto da avere il timore che la sua creatura gli venga sfilata dalle mani, il simbolo, che vedrà inserita la dicitura “Italia 2050” ma sul quale l’ex premier avrebbe voluto intervenire con un restyling più massiccio, il vincolo dei due mandati, che per l’uno è intoccabile mentre per l’altro uno dei tanti temi da sottoporre a revisione. Ma anche i confini e i contorni della futura segreteria politica – che ovviamente non si chiamerà così – sono elemento di discussione, tra Grillo e Conte e tra i big dei pentastellati. Tutti hanno paura di essere lasciati furi dai giochi.