E’ Pier Ferdinando Casini la nuova vittima di Beppe Grillo. Il leader del neo Movimento 5 Stelle si scaglia contro il segretario dell’Udc, Pierferdinando Casini, e dal suo blog scrive: “Noi i soldi pubblici non li vogliamo”
Grillo quindi riaccende la polemica nel giorno in cui alla Camera è previsto il voto finale sulla riforma che riduce il finanziamento pubblico ai partiti.. Montecitorio ha votato l’articolo 6 della nuova norma, che istituisce un organismo preposto a vigilare sui bilanci.
Un via libera che non tiene conto dei possibili contrasti con la Corte dei Conti. “I controlli sui bilanci dei partiti spettano a noi” ha dichiarato il presidente della magistratura contabile, Luigi Giampaolino, in una lettera inviata al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Inoltre, un emendamento messo a punto dall’aula, intanto, stabilisce che le dichiarazioni dei redditi e quelle patrimoniali dei tesorieri che non siano titolari di una carica elettiva siano tutte rese pubbliche, così come avviene per i parlamentari e gli eletti. “Un notevole passo in avanti”, commenta Paolo Fontanelli, deputato Pd, che aveva presentato la proposta di modifica all’origine della polemica scoppiata sul tema questa mattina anche con l’intervento dell’ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. Fontanelli proponeva di pubblicare su internet i redditi e i patrimoni dei tesorieri, gli interessi finanziari e le azioni di società.” Se il testo è questo – aveva detto Sposetti – voto contro. Avendo svolto questo mestiere sicuramente peccando e il condono tombale per chi fa questo lavoro non esiste, mi chiedo qual è la norma che impedisce a una persona di rubare. Non c’è una norma. Ci sono altre cose, ci sono i valori e la storia”.
Tornando a Grillo, il numero 1 di M5S, sui rimborsi elettorali dichiara: “La febbre terzana che ha colpito Bersani che sproloquia di “non vittoria” ha colpito anche Azzurro Caltagirone, in arte Casini – ha scritto il neo leader del M5S – Premessa: il Movimento 5 Stelle ha rifiutato in passato il rimborso elettorale di un milione e settecentomila euro per le regionali e rinuncerà ai rimborsi per le prossime politiche, che potrebbero superare i 100 milioni di euro e più con le attuali previsioni di voto”.
“Difficile da capire per i partiti che sui soldi ci campano, ma è “Tutto Vero”, come titolò la Gazzetta dello Sport dopo la vittoria della nazionale in Germania che poi andò a Berlino. La mossa piercasinanda (copyright Travaglio) è da vero politico consumato. Riflettete – ha proseguito -: se il M5S non vuole i soldi è allora necessaria una legge ad hoc per impedirgli di prenderli! L’Udc ha presentato un emendamento che condiziona l’erogazione dei contributi all’esistenza di uno Statuto, che tutti i partiti hanno, come è ovvio e quindi è ad hoc per il M5S. Il MoVimento 5 Stelle ha uno Statuto di soli 7 punti che non prevede neppure l’esistenza di un tesoriere, né tanto meno di finanziamenti elettorali. Si chiama “Non Statuto”, ma è uno Statuto a tutti gli effetti”.