Beppe Grillo continua la sua personale battaglia contro gli organi costituzionali. Dopo il Parlamento, il Governo e il presidente della Repubblica è il turno della Corte Costituzionale. Nel mirino del leader del M5S sono finite alcune decisioni politiche e la lentezza ‘ad orologeria’ nell’attività del principale organo di garanzia costituzionale previsto nella Costituzionale italiana. E questo, secondo Grillo, avviene perché, come scrive in post pubblicato sul suo blog dal titolo ‘Le pennichelle della Corte Costituzionale, “la Corte è un organo politico e non di garanzia”. Per rendere l’idea fa alcuni esempi partendo dalla legge elettorale. “Anche un bambino sa che il Porcellum è incostituzionale. La Corte Costituzionale non lo ha capito subito, ha avuto bisogno di tempo”, scrive il leader del MoVimento. “La Corte Costituzionale non ha mosso un dito, ma ha agito invece con la velocità di un lampo per impedire l’abolizione dello spreco delle Province e l’abolizione dei privilegi delle pensioni d’oro”. Poi passa al lodo Alfano dichiarato incostituzionale dopo “più di un anno per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione”. E cosa facevano i giudici, si chiede Grillo. “Una pennichella istituzionale motivata dalla loro età?”, alludendo all’età ‘avanzata’ dei 15 membri della suprema Corte. “I giudici della Corte (a parte il nuovo nominato Amato, , il tesoriere di Bottino Craxi) chi sono? Ne avete mai sentito parlare? Percepiscono 427.416,99 euro all’anno, più di 35.000 al mese. Per fare cosa?”. La Corte, come si sa, è formata da 15 membri: cinque eletti dal Parlamento, cinque eletti dal presidente della Repubblica di turno e cinque dalla magistratura. Quindi, scrive Grillo, “si può dire quindi che la Corte è un organo politico e non di garanzia. La Costituzione è scritta in modo chiaro, un documento comprensibile a tutti i cittadini, un ragazzo delle medie inferiori la saprebbe interpretare senza alcun problema. Ha solo 139 articoli. Una giuria popolare sarebbe più efficiente e più puntuale della Corte Costituzionale. Bisogna pensarci”.