“Siamo appestati? Benissimo, se il sistema reagisce così significa una cosa sola: che abbiamo ragione. Non fatevene un problema, noi siamo l’antibiotico e se perdiamo il nostro modo di interpretare la politica abbiamo perso il baricentro di dove possiamo collocarci. Abbraccio tutti, vi dico coraggio. Io ho un cuore che pulsa, altro che cuore da banchiere, io ho un cuore da ragioniere”, dice Grillo.
Beppe Grillo rilancia quindi il principio fondativo del M5s della prima ora: i due mandati parlamentari e rincuora i militanti (“ho un cuore da ragioniere”, dice il garante parafrasando il commiato del presidente Draghi alla Camera, prima di salire al Quirinale per confermare le dimissioni: “anche i banchieri usano il cuore”), disorientati dalla scissione e dagli “sconvolgimenti” che hanno colpito il movimento nelle ultime settimane.
“Il Movimento – esordisce Grillo – c’è, non c’è… non lo so se è disintegrato, se è molecolare o quantico. Non lo so. Ma una cosa la so: ho guardato il Parlamento mentre Draghi parlava e non era Draghi che mi ha sconcertato ma la visione del Parlamento, una visione vecchia di gente che sta lì da 30-40 anni. Anche noi cominciavamo a essere dentro quella visione, anche se noi siamo il gruppo parlamentare più giovane, cominciavamo a non distinguere più. Questo mi ha fatto riflettere, quel Parlamento lì non se lo merita nessuno figuriamoci Draghi. Non lo merita nemmeno l’ultimo degli italiani.
“Siamo in un momento caotico, strano. Tra 15 giorni – prosegue Grillo – potremmo essere morti. Non lo so ma so che i nostri due mandati sono la luce nella tenebra, sono l’interpretazione della politica in un altro modo, sono l’antibiotico di una politica intesa come servizio civile. Sia io che Casaleggio, quando abbiamo fondato il Movimento e fatto queste regole, le abbiamo fatte per metterci in gioco, non per avere dei titoli, degli incarichi, fare 2-3-4 mandati… abbiamo l’esperienza e allora andiamo avanti”.