L’avvocato Giuseppe Conte, come noto, scivola sulle scale della giustizia e della correttezza delle norme, e non è più presidente del M5s.
La tristezza dello spettacolo di un leader politico scalzato da un’ordinanza di un tribunale civile è sensibile e notevole ma la colpa non è attribuibile al dottor Gian Piero Scoppa, presidente della settima sezione civile del Tribunale di Napoli, che ha emesso l’ordinanza che cancella la nomina di Giuseppe Conte a presidente del M5s, la colpa è proprio di Conte avvocato Giuseppe che ha impiegato cinque mesi per scrivere uno Statuto sbagliato, come le sue ambizioni, e del M5s che si inventò il plebiscito pro-Conte su una piattaforma diversa dalla mitica Rousseau e dunque monca di ben 81.839 iscritti che avrebbero dovuto votare (di qui il reclamo degli esclusi accolto dall’ordinanza napoletana).
Ma al di là del latinorum dei magistrati, la sostanza è che il tribunale ha in sostanza dato ragione a Beppe Grillo e Davide Casaleggio che avevano messo in guardia l’avvocato del popolo dall’utilizzare una piattaforma diversa da Rousseau senza aver prima modificato lo statuto.
Nelle circa due ore e mezza di riunione che c’è stata ieri tra Conte, Grillo e i legali dal notaio Luca Amato, secondo quanto riferiscono fonti vicine all’ex premier, tutti i legali hanno concordato che le delibere sono valide alla luce del regolamento del 2018. Quindi, spiegano le stesse fonti, si presenterà al Tribunale di Napoli immediatamente istanza di revoca alla luce di questo documento che certifica la piena regolarità offrendo al giudice della causa di poter prendere atto della validità e quindi efficacia delle delibere contestate. Si confida che gli elementi emersi consentano di poter ottenere una tempestiva revoca.
Il garante aveva nei piani un incontro con Roberto Fico, Di Maio e Virginia Raggi. Ma Il presidente della Camera, però, è stato messo fuori gioco da un’indisposizione. È stato invece lungo e “positivo” – si racconta -l’incontro fra Grillo e il ministro degli Esteri. Mentre in serata le consultazioni si sono spostate negli uffici di Luca Amato, il notaio spesso utilizzato dal Movimento per certificare i propri atti. Raggi ne è uscita senza parlare con i numerosi giornalisti che per tutta la giornata hanno fatto spola fra hotel e studi legali della Capitale. Alla vigilia della missione romana Grillo aveva frenato l’idea di Conte di una rapida consultazione per modificare lo statuto e poi arrivare a una conferma della sua leadership che, ha detto nei giorni scorsi, “non può dipendere dalle carte bollate”. Grillo, secondo la strategia preparata prima del blitz romano, intende muoversi seguendo le linee dello statuto approvato un anno fa che, per dirla con il fondatore, “ha acquisito reviviscenza”. Quindi punterebbe alla nomina del comitato di garanzia (tre membri, che non ricoprono cariche elettive, votati in Rete fra una rosa di almeno sei nomi proposti dal garante) e poi far ripartire la macchina, seguendo la strada che porta alla votazione del comitato direttivo o del presidente. Un’altra ipotesi circolata in queste ore sarebbe quella della creazione di un nuovo ‘contenitore’: considerata invece più insidiosa, soprattutto dal punto di vista legale. In questo scenario c’è anche chi non esclude la prospettiva della scissione. Un rischio che nessuno dentro al Movimento – al momento – vorrebbe correre.
Un altro nodo che resta da chiarire è se le prossime scelte verranno prese su SkyVote o, come faceva il Movimento prima del nuovo corso, sulla piattaforma Rousseau.
“Abbiamo fatto una riunione antibiotica per ripristinare il sistema immunitario del Movimento, quindi state tranquilli”, ha detto il fondatore del M5s Beppe Grillo al termine dell’incontro con Giuseppe Conte. Uscendo dallo studio del notaio Luca Amato Grillo è uscito tenendo a braccetto Conte.
Il M5s in queste ore così confuse e travagliate sta cercando il modo per uscire dalla morsa dei tribunali, agitati con sapienza da Lorenzo Borrè, difensore di tutti i grillini che si sentono calpestati dalla legge.
Il presidente sospeso del M5s è Giuseppe Conte, l’Avvocato del popolo, si sa. Giurista, docente universatario, allievo di Guido Alpa. In questa causa sullo statuto è difeso dall’amico e collega Francesco Astone, docente di diritto privato a Foggia. Materia e terre contiane, un connubio perfetto dal ’96 al 2018 professore ordinario di diritto privato e poi civile all’Università la Sapienza.
Il notaio del nuovo corso contiano che ha certificato il voto contestato dal tribunale di Napoli è Alfonso Colucci, accusato internamente dal Movimento di aver sbagliato alcuni riferimenti normativi nella votazione sub iudice.
Il Garante del M5s ha però anche un solido rapporto decennale con i fratelli Andrea e Paola Ciannavei, da sempre vicini agli affari legali del Movimento. Per anni si sono occupati di difendere il partito in tribunale davanti alle cause degli iscritti.