Il renziano intoccabile che insulta Fiamme Gialle e leghisti. Finisce nella bufera il deputato di Italia Viva, Gianfranco Librandi, che ha donato 800 mila euro alla fondazione Open. Stando alle ricostrizioni dell‘Espresso lo scorso 24 luglio avrebbe minacciato alcuni finanzieri che erano entrati nella sua azienda per una normale verifica fiscale. Un’ispezione presso la sua società Tci Telecomunicazioni, azienda elettronica da oltre 200 milioni di fatturato l’anno. I finanzieri, come ricostruito dal settimanale nel numero in edicola domenica, si presentano nelle sedi di Saronno e Roma. Ma al loro arrivo vengono insultati e minacciati dal parlamentare. «Io lavoro, non come voi che non fate un cazzo dalla mattina alla sera. Chiamo il prefetto e vi faccio sbattere fuori», Poi insulta chi comandava l’operazione, chiamandolo “leghista di merda”.
Ma non basta. Dopo essersi definito un “intoccabile”, il parlamentare renziano (all’epoca nel Pd) dice a uno dei finanziari che non avrebbe avuto la pensione. Poi saluta i militari con una minaccia senza appello. “Siete morti”. Tutto nero su bianco nelle relazioni della Guardia di Finanza sull’ispezione di luglio. Dove vengono annotate le parole pronunciate dal parlamentare, citate da l’Espresso, Scoppia la bomba. Ma per Librandi, neanche a dirlo, è tutto falso.
Eppure la relazione è circostanziata e puntuale. Nel verbale si ricostruiscono le reazioni durissime del parlamentare di Italia Viva. Sia telefonicamente che di persona. «Inveiva contro i verbalizzanti asserendo che non avrebbe fornito il proprio documento richiesto per l’identificazione, che il tenente Cerra probabilmente a causa delle operazioni in corso non avrebbe percepito la pensione. Che gli operanti avrebbero potuto considerare finita la propria carriera professionale pronunciando le parole “siete morti”. Al tentativo di spiegare i motivi dell’intervento, Librandi avrebbe interrotto dicendo: «Il maggiore Pirrazzo sarà un leghista di merda». E poi, «Fuori, andate via, aria! Fuori da casa mia!».
Il settimanale ricorda che Librandi è finito al centro delle cronache nelle scorse settimane, dopo che l’Espresso ha rivelato che risulta tra i maggiori finanziatori della fondazione Open, l’ente renziano su cui indaga la procura di Firenze. È atata Bankitalia a inviare una segnalazione tra febbraio 2017 e giugno 2018 sugli 800mila euro di donazioni verso l’organismo guidato da Alberto Bianchi. I bonifici, scrive ancora il settimanale, erano emessi proprio tramite l’azienda di Librandi, la Tci, al centro della verifica fiscale. La finanza di Varese sta appunto indagando su una serie di anomalie che riguardano l’impresa. In particolare, l’indagine, scrive l’Espresso, riguarda alcune operazioni legate al rientro di capitali dalla Svizzera