Nell’anno del suo centenario, Gucci ha deciso di creare un nuovo materiale ecosostenibile, di origine vegetale fino al 77%. Il suo nome è ‘Demetra‘ ed è una viscosa proveniente da foreste gestite in modo sostenibile: è interamente made in Italy ed è realizzato nelle fabbriche toscane dell’azienda. Ma com’è fatto, nello specifico?
‘Demetra’, animal-free, è composto da materie prime sostenibili, rinnovabili e bio-based, di origine vegetale fino al 77%. È il frutto di un lavoro lungo due anni. Il nome è ispirato alla mitologia greca: Demetra era la dea dell’agricoltura e del nuovo raccolto.
È una viscosa ricavata da foreste gestite in maniera sostenibile e lavorata con un processo di produzione che punta a un alto tasso di recupero di sostanze chimiche e con acque reflue completamente purificate. Ma anche con cellulosa trattata attraverso un processo di produzione a scarti zero e poliuretano bio-based proveniente da fonti rinnovabili: grano o mais di origine europea, al 100% privo di ogm. La sostanza, completamente made in Italy, è prodotta nelle fabbriche di Gucci del gruppo Colonna con sede in Toscana.
Gucci ha spiegato che ‘Demetra’ è un’integrazione all’offerta attuale e non sostituirà l’utilizzo della pelle. L’azienda ha annunciato che inizialmente condividerà ‘Demetra’ con i brand parte del gruppo Kering e, dal 2022, con l’intero comparto dell’industria moda. Sono già disponibili i primi tre modelli di sneaker (Gucci Basket, Gucci New Ace e Gucci Rhyton).
Un passo in avanti verso la sostenibilità di un’industria come la moda. Secondo il Parlamento europeo, infatti, l’impatto del tessile si abbatte sul consumo di acqua, sull’inquinamento idrico, sull’emissione di gas serra e sui rifiuti in generale.
Alcune stime, per esempio, spiegano che per fabbricare una sola maglietta di cotone servono circa 2.700 litri di acqua dolce, un volume pari a quanto una persona dovrebbe bere in 2 anni e mezzo. Degli studi, inoltre, sottolineano che la produzione tessile è responsabile di circa il 20% dell’inquinamento globale e che il lavaggio dei capi sintetici rilasci ogni anno mezzo milione di microfibre nei mari, che finiscono nella catena alimentare.
Infine, l’industria della moda sarebbe responsabile del 10% delle emissioni globali di carbonio, più del totale dei voli internazionali e del trasporto marittimo messi insieme. A livello mondiale, meno dell’1% degli indumenti viene riciclato come vestiario.