Guerra di religione. Papa Francesco ha definito “terza guerra mondiale” quella che sta sconvolgendo il mondo occidentale, e che è una guerra di religione che contrappone le civiltà. Il Califfato, attore protagonista, è il movimento islamico che discende da Al Qaeda ma si è praticamente allontanato dalle strategie di Bin Laden. Al Qaeda era sì una organizzazione terroristica e religiosa, ma non aveva come obiettivo il modificare la geografia degli stati. Voleva imporre l’interpretazione radicalizzata del Corano ma non prevedeva una guerra santa contro gli sciiti. La guerra santa era contro i cristiani e contro il capitalismo. L’Is, sigla che designa il Califfato, è completamente diversa. E’ innanzitutto un esercito dotato di mezzi di guerra moderni che dispone di cospicui mezzi finanziari ottenuti attraverso rapimenti e ricatti, ma fondamentalmente ottenuti con finanziamenti che provengono da potenze arabe, come Emirati e monarchia Saudita, che vogliono guadagnarsi una intangibilità geopolitica. Il Califfato punta a territori strategici come una parte della Siria, una parte dell’Iraq e la regione del Kurdistan, volendo ripercorrere la strada degli arabi maomettani che conquistarono tutta la costa del Mediterraneo. Il Califfato seduce molti giovani occidentali che amano la rivoluzione come idea animante e non ne colgono la pericolosità trovandolo anche affascinante. Lo Stato islamico guidato dall’invasato el Baghdadi ha superato tutti per fanatismo e ferocia, raccogliendo consensi ed occupando territori. L’Europa è il continente in essa più coinvolto anche se l’Unione europea si limita a dichiarazioni di solidarietà rivolte alle minoranze sotto attacco ma se ne tiene praticamente alla larga. Barack Obama ha definito lo Stato islamico un “cancro”. Cancro decisamente da estirpare.
Andrea Viscardi