Dopo la guerra dei dazi gli Stati Uniti sarebbero pronti a sferrare un nuovo ‘attacco’ per indebolire l’economia cinese e aumentare le esportazioni. Secondo alcuni analisti americano l’amministrazione di Donald Trump proverà a utilizzare un’arma più forte nella guerra valutaria rispetto ai soliti tweet e la retorica del presidente sulle banche centrali straniere sleali e sulla manipolazione valutaria.
Come riporta la CNBC, potrebbe essere probabile, secondo gli esperti, che l’esecutivo di Washington “interverrà” per indebolire il dollaro, vendendo il biglietto verde e comprando altre valute. Quello che è sicuro è che gli Usa abbandoneranno la politica del dollaro forte per contrastare le esportazioni della Cina nel tentativo di indebolire l’economia di Pechino.
The Donald in diverse occasioni si è lamentato della manipolazione valutaria, puntando il dito contro Cina e Europa, che, secondo lui, avrebbero adottato politiche per indebolire le loro valute e, quindi, aumentare la competizione con gli Stati Uniti.
“Dopo una pausa dall’inizio del 2018, la guerra fredda valutaria, che è stata combattuta tra i principali blocchi commerciali del mondo per più di cinque anni, si è riaccesa “, ha scritto Joachim Fels, analista di Pimco in una nota.
A questo proposito, gli strategist di Bank of America Merrill Lynch e Goldman Sachs hanno detto la scorsa settimana che i rischi di intervento sono bassi ma in aumento. In particolare, gli esperti di Goldman hanno affermato che le recenti discussioni sulla politica valutaria vanno inserite in un contesto in cui “Trump è stato talmente imprevedibile sulle questioni di politica commerciale, che ora sul mercato si ha la percezione che ‘tutto è possibile’ “.
Ben Randol, strategist di Bank of America Merrill Lynch, ha affermato che il rischio di intervento degli Stati Uniti non deve essere ignorato, anche se si aspetta che l’amministrazione utilizzi le parole più che l’azione.