Guido Bertolaso, oggi consulente del piano vaccinale per la Regione Lombardia, non correrà per il Campidoglio: “Sono un volontario, consulente del presidente della Lombardia, l’idea di Roma è stata una suggestione dello scorso autunno. Quando mi hanno chiamato Attilio Fontana e Letizia Moratti alla fine di gennaio chiedendomi di venire a dare una mano ho detto loro: “Guardate c’è qualcuno che mi vorrebbe candidare a fare il sindaco di Roma; parlate con questo qualcuno o questa qualcuna perché se io vengo a lavorare in Lombardia io non posso più essere candidato”. E così è stato, Bertolaso ha rinunciato all’ambizione di diventare sindaco di Roma e messo al primo posto, ancora una volta, il dovere. “Lavorando in Lombardia avrò anche un pò di visibilità: sono in televisione con voi pur essendo un semplice consulente, ma magari uno su mille che ci ascolta apprezza quello che dico”, ha commentato nel salotto di Nicola Porro dimostrando di non essere pentito della scelta fatta”.
Il consulente si può dunque dire fuori dai giochi: “Quindi io non faccio campagna elettorale con il lavoro che sto facendo. Io sono sempre un funzionario dello Stato: la mia Bibbia è l’articolo 54 della Costituzione. E quindi purtroppo, anche con rammarico, non posso pensare di farmi campagna elettorale per fare il sindaco di Roma”. Da qui l’appello rivolto a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: “Dovranno trovarne un altro”.