Guido Crosetto in Aula per: ‘Toghe politicizzate per opposizione giudiziaria’

‘Il governo può essere messo a rischio da una forma di opposizione giudiziaria’: sulle parole del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulle quali si è ricamato a lungo, il titolare del dicastero di via XX Settembre ha riferito in aula. Il tema della magistratura associata che opera per correnti politicizzate è noto,  e l’opposizione giudiziaria un fatto storicamente accertato e difficilmente contestabile: c’è anche un manuale che illustra le istruzioni per l’uso politico della giustizia. Lo ha scritto il capo della magistratura associata, Luca Palamara, nel momento in cui l’ha lasciata. Nel suo bestseller ‘Il Sistema’ ha dettagliato come funziona il bilancino del contropotere giudiziario: con quali accordi interni, per quali vie sotterranee, attraverso quali canali la magistratura associata decida chi mettere nel proprio mirino. Il come, il perché viene dopo. Con l’installazione di decine di trappole, di telecamere, di captatori sui telefonini del politico-target: alla fine qualcosa deve venire fuori, l’obiettivo deve essere raggiunto. Colpito e possibilmente, affondato. Basta l’apertura di un’indagine, e non la sua conclusione, a segnare il cammino di una maggioranza di governo, a silurare l’esperienza di un politico. Ecco che le avvertenze di Crosetto, più che destare preoccupazione, suonano sin troppo scontate all’orecchio dei garantisti. E chi sperava di far risuonare nell’Aula di Montecitorio le circostanze precise di una qualche trama, è rimasto deluso.

‘C’è un tentativo di mistificazione delle mie parole: le rileggo in italiano come lo saprebbe interpretare un qualunque bambino delle elementari: ‘a me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’ Ho detto che a me raccontano di incontri segreti, di cospirazioni? No’. Crosetto,  va  avanti per diradare ogni polverone: ‘Io non attaccherò mai la magistratura e quando c’è stata la necessità di rivolgermi a un magistrato per denunciare dei fatti gravi l’ho fatto e se vi ricordate quest’estate anche lì da solo. Se vi ricordate questa estate abbiamo discusso del caso dossier, che è ancora in corso e che mi auguro arriverà alla fine, che parte da una mia denuncia coraggiosa, ai magistrati. C’erano cose di cui sono stato informato da denunciare? Mi sono affidato alla magistratura, perché io ho totale fiducia nella magistratura. D’altronde, non penso che possa esistere una riforma della giustizia che vada contro la magistratura. Ho sollevato un problema perché non ho paura di nulla, sono pronto a venire altre mille volte in Parlamento. Qualcuno ha detto che ho detto queste cose perché temo le inchieste. No, in 60 anni non sono mai stato sfiorato da nulla. Io mi chiedo: il ruolo della magistratura è quello di riequilibrare la volontà popolare? E’ possibile che in questo Paese non si possa fare una riforma della giustizia? Sarà un caso che dal ’92 – De Mita ’92, D’Alema nel ’97 – ci sia stato un sommovimento che ha bloccato ogni tipo di riforma? Io non penso che si possa fare una riforma della giustizia contro la magistratura. Io penso che chi ha responsabilità deve essere terzo. Ritengo un tema fondamentale non quello della magistratura contro il governo, ma quello di ridefinire gli ambiti in cui costituzionalmente  ogni organo dello Stato deve esercitare il suo ruolo e potere…’.

Nessun passo indietro di Guido Crosetto,  ma  una fotografia che inquadra lo stallo in cui versa la riforma della giustizia:  ‘La riforma della giustizia è priorità, la magistratura non può riequilibrare la volontà popolare’, le sue parole.

‘Credo che il ministro non conosca alcuni fondamenti della nostra Costituzione e soprattutto il ruolo di garanzia a tutela dei diritti fondamentali che la Carta riconosce alla magistratura, che poi è la ragione per cui è autonoma dagli altri poteri’,  è la replica del segretario di Magistratura democratica, Stefano Musolino, procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, alle affermazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto  in Aula alla Camera: ‘Non ci facciamo intimidire da bagarre mediatiche, non  è un caso che Crosetto ci assimili a prefetti e generali, che sono soggetti che collaborano con il governo su suoi scopi programmatici, mentre la funzione della magistratura non è questa ma è quella di tutelare i diritti fondamentali anche quando le maggioranze contingenti li mettono in pericolo. Tutte le volte che i governi hanno preteso di ridurre e anestetizzare la funzione degli organi di garanzia si è inevitabilmente abbassato il tasso di democrazia, come è successo in Ungheria, Polonia e Turchia. Ricordo che il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stato l’unico esponente del Parlamento che ha partecipato al congresso di Md a Napoli. Col presidente La Russa abbiamo avuto un dialogo franco, leale e cortese. Io l’ho personalmente ringraziato con una lettera a cui ho allegato la mia relazione, la mozione finale congressuale e tutti i documenti prodotti durante l’assise. L’apertura al confronto, nel rispetto dei rispettivi ruoli – conclude il segretario di Md – è la cifra identificativa di Magistratura democratica. Per questo continueremo a prendere la parola sul tema dei diritti con lealtà istituzionale e senza farci intimidire da tentativi di coinvolgerci in bagarre mediatiche’.

‘Quanti lavorano all’interno delle Istituzioni non possono inscenare scontri, contrapposizioni più o meno radicali, con i rappresentanti del mondo politico. Possono – ed io credo anche debbano – esprimere, nell’ambito dei campi che sono di loro competenza, il proprio punto di vista, informato e argomentato, sulle questioni, grandi o meno che siano, che attengono alla vita dell’Istituzione in cui operano, specie in vista di riforme destinate ad incidere sulle attività a loro demandate. Quindi, nessuna tregua perché non c’è mai stata battaglia: si tratta di una normale dialettica che vivifica la vita istituzionale. Con il ministro Crosetto abbiamo avuto un breve contatto e confidiamo che possa trovare quanto prima il modo di spiegare meglio, non tanto a noi che sappiamo bene che non c’è alcuna ragione per temere fantomatiche opposizioni giudiziarie, quanto alla pubblica opinione, le ragioni della sua preoccupazione. Siamo certi che quando lo farà, ogni ombra sulla Magistratura o suoi gruppi sarà fugata. Non c’è da avere alcuna preoccupazione a causa dei magistrati, perché i magistrati agiscono nel pieno rispetto dei doveri del loro ufficio, onorando il giuramento sulla Costituzione. Qualcuno tempo fa disse che un certo grado di tensione tra i poteri dello Stato, in specie tra l’Esecutivo che cura la cosa pubblica e il Giudiziario che controlla la legalità dell’azione anche dei pubblici poteri, è in qualche modo fisiologico. Io mi limito a dire che una leale e franca dialettica non può che essere un bene, perché è dal confronto, nel reciproco rispetto delle attribuzioni, che possono venir fuori le migliori soluzioni ai tanti problemi che abbiamo di fronte. La contrarietà alla riforma, per questa parte, era stata dall’Anm già illustrata qualche anno al ministro della Giustizia del tempo, la professoressa Cartabia, e alle Commissioni parlamentari, quando era in elaborazione alla legge delega a cui ora si sta dando attuazione. Sia chiaro una volta per tutte: siamo favorevoli al sistema delle valutazioni periodiche di professionalità, che esiste da tempo. Avremmo voluto che fosse migliorato e reso più efficace. Il sistema dei giudizi graduati secondo appunto un modello di pagella, quando non sono in gioco valutazioni comparative ma solo verifiche di permanenza delle condizioni di adeguatezza alle funzioni, sono un elemento di inquinamento. Non miglioreranno certo il sistema e in particolare la qualità della risposta di giustizia’, afferma il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia.

‘Le parole del ministro Crosetto sono da sottoscrivere punto per punto’, ha detto Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera: ‘La domanda però resta la stessa: perché Giorgia Meloni non fa partire le riforme, anche per dare sostanza alle proposte di Crosetto e del guardasigilli Nordio? Il tema degli innocenti stritolati nella macchina della giustizia è sempre più pressante: il governo ha intenzione di muoversi concretamente? Accogliamo con soddisfazione la disponibilità reiterata anche oggi dal titolare della Difesa, di tornare presto in Aula per consentire un dibattito ampio aperto a tutti i gruppi. Servono proposte di legge da votare in fretta, non tesi da convegno’.

Il ministro Nordio  ha detto  che nella prossima primavera la proposta sulla separazione del carriere sarà portata in Consiglio dei ministri. Significa che la separazione del carriere, che è la riforma con la maiuscola per Forza Italia, non sarà successiva alla conclusione del premierato, ma camminerà insieme alla riforma istituzionale. Poi può pure essere che il referendum del premierato sia antecedente a quello sulla separazione delle carriere (o viceversa) per evitare confusione sui quesiti. Forza Italia sarà garante attento che la riforma arrivi dove deve arrivare: quattro passaggi parlamentari, poi, ragionevolmente, il referendum. Prima si esprimerà il Parlamento, poi i cittadini con il referendum. Non vedo come qualcuno possa dolersi se i meccanismi della democrazia vengono utilizzati correttamente’, afferma il Viceministro della Giustizia,  Francesco Paolo Sisto.

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