In scena agiscono tre sorelle che sembrano aver perso ogni contatto col padre, imprenditore di successo nel campo della ristorazione, uomo di grande potere e di immensa ricchezza, grazie ad un impero costruito attraverso una gestione poco etica delle risorse ambientali e alla bassa qualità delle materie prime. Una famiglia problematica e conflittuale, nella quale non si fa fatica a notare un’assenza taciuta ma reale, quella della madre. Tra questi inquieti personaggi fluttua una figura eterea, muta, leggera, che sembra in grado di riconnettere i ricordi e attraversare i confini del tempo e dello spazio.
L’originale, acida pièce di Hangar Duchamp indaga i mali delle relazioni familiari nelle quali l’autorità si manifesta attraverso il cibo, vissuto e imposto al di là della sua funzione nutrizionale. Cibo come strumento di controllo di massa, potente indicatore e amplificatore di differenze economiche e sociali. Il risultato di questa singolarità del nostro presente è che non mangiamo per appetito né per bisogno, ma per status, senza sentire il gusto: lo facciamo con gli alimenti, con le relazioni, con le informazioni, con la vita stessa.
Quello di Hangar Duchamp è un teatro che nasce dal corpo e dall’azione, performativo e travolgente, dove la narrazione stessa è sfumata in nome della ricerca di un’espressione corporale prima che psicologica, evocativa prima che descrittiva. I testi, scritti ed elaborati da Marco Cecili durante le sessioni creative della compagnia, richiamano e reinterpretano il non-sense dadaista di inizio novecento, creando una perfetta base concettuale per la regia onirica e sempre fortemente fisica di Andrea Martella, amplificata dall’ambiente sonoro originale di Attila Mona, pensato e composto per lo spettacolo come un personaggio aggiuntivo, costante nella presenza e avvolgente nella struttura.
Presenti in scena due attrici di Hangar Lab, il nuovo laboratorio creativo under 30 della compagnia, curato e condotto dallo stesso Andrea Martella.
Sono felicissimo di tornare in un teatro che ha sempre creduto nel lavoro di questa compagnia, a partire dal 2018, anno del debutto assoluto con la prima messa in scena del capolavoro dada di Tristan Tzara, Il Cuore a Gas. Da allora tutte le regie del primo progetto di Hangar Duchamp, la trilogia dell’avanguardia, sono state ispirate dalla particolare conformazione di quel palco, trasversale, decentrato, con le pedane su più livelli. L’idea di portare Food Porn in questo contesto così atipico (e a me così familiare) mi stimola moltissimo, è una specie di ritorno a casa e nello stesso tempo una sfida, perché non ho alcuna intenzione di adattare lo spettacolo a un diverso spazio, ma voglio sfruttare l’occasione per dare una nuova vita ai personaggi e ad alcune azioni che in quel contesto, in quella situazione, possono esondare rispetto alla prima messa in scena. L’idea, insomma, come più o meno ho sempre cercato di fare, è di sfruttare le caratteristiche dell’architettura del teatro come un’opportunità, per rendere ogni performance di questa compagnia in qualche modo site specific.
(Andrea Martella)
Stagione Teatro Trastevere 2024-25
Hangar Duchamp
Food Porn
Ideazione e regia Andrea Martella
Testo di Marco Cecili
Con Giorgia Coppi, Vania Lai, Simona Mazzanti,
Walter Montevidoni, Vlad Silter
E con Aurora Matarazzo, Eleonora Montevidoni
In scena dal 29 novembre al 1 dicembre 2024
al Teatro Trastevere di Roma
Teatro Trastevere
Il Posto delle Idee
via Jacopa de’ Settesoli 3, 00153 Roma
Feriali ore 21, festivi ore 17:30
CONSIGLIATA PRENOTAZIONE
INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA
prevista tessera associativa
intero €13,00-ridotto €10,00
Contatti:
065814004-3283546847
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