Ci sono gli 007 russi dietro l’attacco al sistema informatico del comitato nazionale democratico e che ha anche lambito la banca dati della campagna elettorale di Hillary Clinton. E’ la candidata democratica alla presidenza in persona a confermare adesso quanto da giorni va emergendo con i sospetti di cyber-intrusioni dettate da Mosca che levano nuovi venti di guerra fredda nell’era 2.0 e agitano le acque gia’ tumultuose di una campagna elettorale in cui si prospetta, nei 100 giorni esatti che separano dall’election day dell’8 novembre, una resa dei conti Clinton-Trump senza esclusione di colpi. ‘Sappiamo che i servizi di intelligence russi hanno violato il sistema informatico del Comitato nazionale democratico e sappiamo che hanno fatto in modo di far circolare quelle email e sappiamo che Trump ha mostrato una preoccupante tendenza a sostegno di Putin’, ha detto la Clinton in un’ intervista a ‘Fox News’, la prima dall’ufficializzazione della nomination per la candidatura alla presidenza e in cui risponde cosi’ agli attacchi di Trump che non ha mancato di mirare dritto alla ‘vulnerabilita” della rivale, con un portavoce della sua campagna che ha evocato anche quell’emailgate per cui Clinton e’ stata di fatto scagionata dall’Fbi, ma che resta ombra minacciosa sulla sua corsa per la Casa Bianca: ‘Ovunque c’e’ Hillary Clinton c’e’ un problema. Si spera che almeno questa volta non abbia messo a rischio la sicurezza nazionale’. Persino il presidente Barack Obama non ha fatto mistero di sospetti e preoccupazioni a riguardo, non escludendo che dietro l’azione di pirateria informatica possa esserci l’intelligence di paesi stranieri e della Russia nello specifico. Trump intanto smentisce particolari contatti con Putin, sebbene nei giorni scorsi sia tornato a suggerire che ‘non sarebbe male andarci d’accordo’, in un’altalena di dichiarazioni che pero’ sembrano segnare una linea di demarcazione sempre piu’ netta tra l’approccio Clinton e l’approccio Trump verso Mosca, fino ad ispirare commenti e analisi in cui non si ritiene del tutto remota la possibilita’ che Putin non disdegnerebbe manovre pure a distanza per agevolare una eventuale vittoria di Trump. Il tycoon pero’ in queste ore deve barcamenarsi in un’altra bufera che lo ha travolto dopo la sua reazione piccata al discorso di Khizr Khan, il padre del soldato musulmano morto in Iraq che dal palco della convention democratica di Filadelfia ha puntato il dito contro il candidato repubblicano brandendo una copia della Costituzione americana. Un gesto forte e che ha colpito molti, anche sul fronte repubblicano. L’intervento di Khizr Khan alla convention democratica ha fatto il giro del mondo, il padre di un musulmano morto combattendo in Iraq che si e’ scagliato contro Donald Trump ammonendolo: ‘Lei non ha sacrificato nulla’. Il tycoon di New York ha sfidato il coro di commozione che ha suscitato il discorso di Khan e gli ha risposto, affermando: ‘Ho fatto molti sacrifici. Ho lavorato sodo. Ho creato decine di migliaia di posti di lavoro, ho costruito strutture. Di certo questi sono sacrifici’. Nella sua replica Trump ha poi criticato la moglie di Khan, Ghazala Khan, comparsa accanto a lui e con il volto coperto: ‘Se ne stava li’ in piedi, con niente da dire. Forse non le era consentito di dire nulla’. Un commento questo cui Ghazala Khan ha subito risposto, sottolineando che ad impedirle di intervenire e’ il dolore ancora forte che prova per la perdita del figlio. ‘Il mio dolore parla per me’, ha risposto la Khan che risponde con un intervento a sua firma sul Washington Post alle critiche di Trump: ‘Mio marito mi ha chiesto se volessi intervenire, ma io gli ho detto che non me la sentivo. Quando Donald Trump parla di Islam e’ ignorante e non conosce il significato della parola sacrificio’.
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