I manifestanti di Hong Kong si preparano a protestare nuovamente oggi, nonostante il divieto emesso dalle autorita’. Ingenti forze di polizia sono state schierate in citta’ e in prossimita’ dei luoghi dove si sono gia’ tenute le proteste, dopo che ieri i manifestanti hanno bloccato l’Aeroporto internazionale dell’ex colonia britannica a Lantau, lo scalo aereo piu’ trafficato della Regione asiatica. C’e’ preoccupazione per il rischio di nuove violenze, in una protesta nella quale i manifestanti chiedono le dimissioni dell’ amministratore delegato della Regione amministrativa speciale di Hong Kong, Carrie Lam, e una piena riforma del sistema democratico.
Le proteste sono iniziate per contestare il disegno di legge sulle estradizioni che le autorita’ cittadine hanno poi deciso di “congelare”, ma non hanno ufficialmente abbandonato. In questo contesto aumenta il numero di paesi – incluso Singapore – che hanno emesso avvisi di viaggio nei confronti di Hong Kong. Il sindacato degli assistenti di volo della compagnia aerea di Hong Kong, Cathay Pacific Airways, ha annunciato ieri tramite un messaggio su Facebook l’intenzione di prendere parte alla protesta in aeroporto con un proprio sit-in. Decine di migliaia di persone – oltre 230mila, secondo gli organizzatori – sono tornate a manifestare ad Hong Kong domenica 7 luglio e la successiva, il 14 luglio, per ribadire la loro opposizione al disegno di legge. La marcia di protesta di domenica scorsa si e’ tenuta per la prima volta nella localita’ turistica di Tsim Sha Tsui, nella penisola di Kowloon, dove i manifestanti hanno tentato di sensibilizzare i turisti – specie quelli provenienti dalla Cina continentale – in merito alla crisi democratica in atto nella ex colonia britannica. La marcia si e’ conclusa presso la nuova stazione dell’alta velocita’ ferroviaria Guangdong-Shenzhen-Hong Kong, giunta a simboleggiare i legami tra Hong Kong e la Cina continentale.