E’ ora di cambiare pelle! Lo ha deciso il capo: Beppe Grillo. L’uomo più potente del Movimento ha deciso di andare avanti senza guardare al passato, anzi meglio archiviarlo definitivamente. L’incontro con l’ex Premier Conte, costituirà il tentativo di ridisegnare una nuova identità ambientalista, gradita alla base, ma nel contempo anche riformista e liberale così come è negli intenti di Luigi Di Maio. Un mutamento di pelle che suscita da più parti ironia se si pensa all’anima populista, giustizialista e manettara, che alle elezioni politiche del 2018, aveva portato i grillini al 32,5% dei consensi. Ma la pandemia ha cambiato tutta realtà sia politica che sociale dei Paesi di tutto il mondo e quindi ha messo a nudo i limiti di tutti i sistemi politici, e in Italia soprattutto ha mandato in crisi il populismo e la demagogia dei 5 Stelle e della Lega. Il Movimento di Grillo, sembrava però il meno adatto per un mutamento radicale, perché avrebbe significato il tramonto del sogno della democrazia online, rappresentato dalla piattaforma Rousseau. E infine anche perché avrebbero dovuto ammettere di aver raccontato ai propri sostenitori un cumulo di bugie, circa teorie strampalate e promesse che avevano nessuna possibilità di essere mantenute. E invece, come se nulla fosse accaduto e senza chiedere scusa a nessuno, il Capo ha decretato di tirare avanti velocemente lungo la strada della conversione ambientalista e liberal-riformista. Il passato un ricordo da cancellare. Il passaggio da movimento a partito è ormai di fatto avvenuto e non senza scossoni. A tutti il partito grillino, ormai appare in fase di decomposizione avanzata. Ma a nostro avviso, pensare che i grillini stiano per scomparire, è errato ed esagerato in quanto a notizia. Sembra strano, ma con l’avvento di Draghi, che ha scompaginato il quadro politico, per loro si apre uno spiraglio, si intravede un orizzonte e qualche carta ancora da giocare. Stando al governo dal 2018, prima con la Lega, poi con il Pd, infine con tutti i suoi avversari, tranne FDI, sono diventati le fondamenta di quel Palazzo che tanto avversavano e volevano abbattere. E’ evidente che in quanto a spudoratezza e spregiudicatezza non hanno pari: Hanno superato persino Salvini , che in pochi giorni ha smesso le vesti del sovranista, per indossare quelle dell’europeista convinto. Proprio per questo le recenti espulsioni di coloro che non hanno votato la fiducia al Governo Draghi, per quanto dolorose, hanno rappresentato un taglio netto con il passato. In queste ore fervono le riunioni con Grillo e Conte per la nomina dell’ex Premier a capo del partito, così si potrà dar via alla nuova identità, al nuovo corso politico degli ex Vaffa. Sarà un tentativo? Una scommessa? I prossimi mesi ci daranno una risposta. Ma per un partito che sembrava morto agli occhi di tutti, avere una vaga idea per il futuro, non è cosa da poco.
Andrea Viscardi