I 50 anni di Quentin Tarantino

 

Il pluripremiato regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico Quentin Tarantino ha compiuto 50 anni.  Celebre per la sua cinefilia quasi maniacale ha firmato celebri pellicole come “Pulp Fiction”, “Le Iene”,  “Kill Bill”, “Bastardi senza gloria” e “Django Unchained”, vincendo due Oscar.  Tarantino è stato definito un regista DJ  per la sua capacità di riuscire a combinare stili diversi fondendoli insieme. La trama di “Pulp Fiction” è, ad esempio,  intreccio di storie diverse  apparentemente scollegate e rimescolate dall’autore con numerosi flashback e brutali flashforward. Viene anche, attraverso il film, rilanciata la carriera di John Travolta grazie alla sua interpretazione del gangster pulp Vincent Vega ed alla scena del ballo al locale Jack Rabbit Slim’s, nella quale Travolta torna a danzare sul grande schermo ad anni di distanza dai musical che lo hanno reso celebre. Tarantino  inizia giovanissimo la sua carriera come regista, raggiungendo il successo di critica con il film “Le Iene” e vincendo  la Palma d’oro al Festival di Cannes con “Pulp Fiction”, tanto da essere definito il regista più influente della sua generazione. A soli quattordici anni, Tarantino scrive la sua prima sceneggiatura  Captain Peachfuzz and the Anchovy Bandit e successivamente entra  a far parte della Theatre Company di James Best.  Nel 1989 scrive la sceneggiatura originale di “Assassini nati”, venduta per 400.000 dollari e portata sul grande schermo da Oliver Stone. I film di Tarantino sono rinomati per i dialoghi, la violenza ed i salti temporali nella narrazione e per le ossessioni della cultura pop. I suoi  dialoghi, sempre sopra le righe, sono il suo “marchio di fabbrica” come la “trunk shot”, ovvero la ripresa dal bagagliaio o dal cofano della macchina. La telecamera riprende la scena dall’interno, rivolta verso gli attori. Tale ripresa è stata usata in molti suoi film come  il mexican standoff  che è  un “triello” nel quale tre personaggi armati di pistola si tengono sotto tiro l’un l’altro. L’origine della scena è il “triello” finale de “Il buono, il brutto, il cattivo” di Sergio Leone, suo grande mito giovanile. Alcuni film di Tarantino dove si può vedere un esempio di “Stallo alla Messicana” sono la sua trilogia Pulp (Le Iene, Una Vita al massimo e Pulp Fiction),  o anche in “Bastardi senza Gloria”, dove in modo evidente i personaggi  chiariscono il concetto di “Stallo alla Messicana”. I lunghi piano sequenza sono un altro dato caratterizzante di Tarantino che possono arrivare anche a quindici minuti. Il regista inserisce nei film sequenze che sorprendono lo spettatore, che si aspetta accada un determinato evento ed invece accade l’esatto contrario. Nei suoi  film sono  presenti alcune sue peculiarità: l’uso disinvolto della tecnica del flashback, l’ambiguità morale dei personaggi, i dialoghi dalle oscenità elaborate e dallo humour devastante, la violenza che appare non “estetizzata” ma  realistica. Le sue opere sono  stilisticamente abbaglianti e derivano dalle   fonti più disparate: dai film di kung fu, ai telefilm, dai  revenge movies ai chambara agli  spaghetti western, e questo può essere considerato un complesso ed elaborato omaggio a tutti i suoi miti ed ispiratori. Due i film storici per incassi e premi sono “Bastardi Senza Gloria”, nel cui  cast  si annoverano i nomi di Brad Pitt, Melanie Laurent, e l’allora sconosciuto Christoph Waltz,  e che si tratta  di un  grande successo commerciale di Tarantino, con oltre 313 milioni di dollari incassati in tutto il mondo. Il film vince il premio  Oscar per il miglior attore non protagonista Christoph Waltz.  Altro suo  grande successo è “Django Unchained”, uno spaghetti western che trae ispirazione da Django,  il famoso film degli anni sessanta con protagonista Franco Nero. Il film racconta la storia di Django, interpretato da Jamie Foxx, uno schiavo di colore che diventa un cacciatore di taglie sotto la guida di un altro assassino, un ex dottore ormai divenuto anziano  ed interpretato da Christoph Waltz. Dopo aver lavorato insieme per tutto l’inverno, la coppia andrà alla ricerca della moglie dell’ormai uomo libero Django, schiava del crudele proprietario terriero Calvin Candie, interpretato da Leonardo Di Caprio. Il film è stato lanciato nelle sale americane il 25 dicembre 2012 e si è rivelato un  grandissimo successo incassando oltre 30 milioni di dollari negli Stati Uniti solo durante il primo weekend e sfondando il tetto dei 100 milioni pochi giorni dopo l’inizio del nuovo anno. Candidato agli Oscar 2013 con 5 nomination, “Django Unchained”  conquista due statuette, una vinta da Christoph Waltz come miglior attore non protagonista per il ruolo del Dr. King Schultz,  e una assegnata a Tarantino per la miglior sceneggiatura. Altra sua caratterizzazione sono le riprese effettuate rigorosamente su pellicola, supporto che il regista statunitense, in questo periodo di transizione del cinema dall’analogico al digitale, cerca di difendere ed utilizzare più che può. Lo stesso New Beverly Cinema di Los Angeles, di sua proprietà, proietta ancora oggi esclusivamente su celluloide. Su questo, nota è la dichiarazione del regista: “As long as I’m alive, and as long as I’m rich, the New Beverly will be there, showing double features in 35mm”. (“Finché sarò vivo e fino a quando sarò ricco, il New Beverly resterà lì, continuando a proiettare film in pellicola 35mm”).

Marco Novellino

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