Le organizzazioni sindacali invocano l’aiuto del Governo e della filiera per far fronte a una situazione insostenibile.
Coronavirus, contrazione senza precedenti nei consumi di carburante.
Lo stop alla circolazione delle auto sul territorio nazionale – un “effetto collaterale” della limitazione agli spostamenti per il COVID-19 – non ha colpito solamente i produttori di moto e automobili, costretti a chiudere impianti produttivi e rete di vendita per limitare la diffusione del virus. Anche le stazioni di servizio, tra le attività essenziali e per questo sempre aperte, stanno facendo i conti con una crisi senza precedenti.
Nonostante il calo del prezzo del petrolio, che ha avuto un impatto risibile sul prezzo della benzina alla pompa, i consumi degli automobilisti sono crollati a livelli mai visti prima. Così, nonostante siano aperti, i gestori delle aree di servizio operano da due mesi in costante perdita e non è dato sapere se e quando i consumi di carburante torneranno ai livelli pre-pandemia. Per questo, le organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero dei benzinai per il 13 e 14 maggio, nella speranza che gli appelli delle settimane precedenti trovino finalmente una risposta da parte dell’Esecutivo.
“I gestori – si legge in una nota firmata da Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio – non chiedevano altro che condividere responsabilità e oneri con il Governo e l’intera filiera composta da tanti soggetti economici -concessionari autostradali primi fra gli altri- con ben altra solidità ed una incommensurabilmente maggiore remunerazione”. Una situazione vicina al collasso ma che, almeno fino a ora, non ha ricevuto la dovuta attenzione da parte dell’Esecutivo, né una risposta adeguata al livello di emergenza vissuto in prima persona da gestori e dipendenti.
“Nove settimane di assoluta sofferenza – si legge ancora nella nota firmata dalle due organizzazioni sindacali -, lasciati completamente soli a presidiare sulle strade il territorio a rischio della propria incolumità e accollandosi ogni onere economico e finanziario necessario a garantire la distribuzione di energia e di carburanti per assicurare il trasporto delle persone e delle merci. Nove settimane di impegni non mantenuti, di promesse lasciate cadere nel vuoto, di retromarce imbarazzate e infine di silenzi ingiustificabili”.
Lo sciopero dei benzinai del 13 e 14 maggio 2020 non arriva dunque a caso, ma è la “naturale conclusione” di un percorso di concertazione che non ha ottenuto i risultati sperati. Allo stesso modo, anche la scelta delle date non è affatto casuale: “Con il termine della fase acuta dell’emergenza, avendo in tutta coscienza adempiuto interamente alla responsabilità di cui è fieramente portatrice, la categoria non ha altra risorsa che tornare ad agitare gli strumenti della protesta, a sostegno delle proprie legittime rivendicazioni”. Rivendicazioni che, si dicono convinti i benzinai, saranno comprese perfettamente da tutti i cittadini.