Sarà inaugurata il 12 dicembre presso il MUST, museo storico della città di Lecce, la mostra-omaggio “I denti del leone”, dedicata a Ezechiele Leandro con opere provenienti da una collezione privata. Questa mostra, a quasi centodieci anni dalla nascita dell’artista salentino, vuole innanzi tutto confermare il suo essere, ben oltre ogni altra e possibile definizione, un “primitivo”; come ben evidenziano la semplificazione formale delle sue opere e l’assenza in esse dei soggetti narrativi, in una sorta di espansione del concetto d’arte e nel proposito manifesto ed esercitato di riconquistare la libertà primigenia. Ma, ancor più, vuole confermare il suo status di artista totale, con quel suo muoversi dalla ricca e particolare produzione pittorica alla scultura anche ambientale come assoluta unicità del “Santuario della Pazienza”, vincolato dal Ministero dei Beni Culturali”, alla letterarietà dei tanti suoi scritti, tra significati pedagogici, etici e simbolici, oltre estetici. La ri/affermazione di quel suo voler essere primitivo e originale, concetti questi, più volte precisati e difesi, che lo rappresentavano e che lo rappresentano. Ieri, ma ancor più oggi nel momento in cui sarebbe opportuno, in linea con il suo pensiero, porsi dinanzi alla realtà avvalendosi di una sorta di necessario e doveroso filtro morale, guardando al bene e al male, e al conflitto tra i due termini e le due contemporanee modalità del vivere. Evidenziando il senso dell’inquietudine e della sofferenza umana, nell’evidente elogio del brutto, della reificazione dello scarto e dell’esaltazione dell’oggetto scoprendo con grande forza espressiva i mostri dei suoi sogni. Bestiari moderni di un visionario che non è contro, ma fuori da ogni regola. Libertario e moralista, quindi ma ancor prima uomo senza maestri, profeta, primitivo e rupestre.
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