Papa Francesco ha incantato il mondo intero con la sua semplicità e spirito di umiltà. Ma a pochi giorni dalla sua elezione dal soglio pietrino non poche ombre sono calate sulla sua persona e sulla sua vita in Argentina. Con sangue tutto italiano Papa Bergoglio sembrerebbe essere accusato di collusione con il regime argentino con quella dittatura militare che nell’ormai lontano 1976 fino al 1983 fece sparire oltre 30.000 dissidenti, su 40.000 vittime totali, che la storia chiama “desaparecidos”. L’accusa nei confronti di Papa Francesco è riportata in un libro, ‘L’Isola del Silenzio, scritto dal giornalista Horacio Verbitsky, secondo il quale esistono le prove del ruolo controverso avuto da Papa Francesco a partire dal 1976 quando era superiore provinciale della Compagnia di Gesù, nelle favelas aregentine, e alle sue dipendenze c’erano due sacerdoti, Orlando Yorio e Francisco Jalics. Allora Jorge Mario Bergoglio aveva 36 anni e un mese prima del colpo di stato del generale Jorge Rafael Videla, ( Il generale Videla arrivò al potere con un colpo di Stato ai danni di Isabelita Peròn. Il suo governo fu contrassegnato dalle violazioni dei diritti umani da contrasti frontalieri con il Cile, che per poco non sfociarono in una guerra. È stato condannato a 2 ergastoli e 50 anni di carcere per vari crimini contro l’umanità, tra cui l’assassinio e la tortura di 30000 persone. Sta scontando la pena in una prigione di Buenos Aires), chiese ai due sacerdoti di abbandonare la missione. Yorio e Jalics si rifiutarono di andarsene.
Nel libro il giornalista narra che in quel periodo, Papa Francesco decise di espellere dall’ordine i due gesuiti e fece pressioni affinché le autorità ecclesiastiche gli vietassero di officiare messa. Pochi giorni dopo il golpe furono rapiti e portati all’Esama, la Scuola Meccanica della Marina argentina, diventata simbolo delle violenze e delle torture contro i desaparecidos. Nel libro si legge: “I due sacerdoti rimasero sequestrati per cinque mesi a partire dal maggio del 1976”. I due ecclesiastici, una volta liberi, sostennero che fu l’attuale Papa a dare l’ordine per il rapimento che rappresentò una sorta di via libera per i golpisti. A confermare le dichiarazioni dei due preti furono rivenuti dei documenti e in una nota apposta sulla documentazione dal direttore dell’Ufficio del culto cattolico, allora organismo del ministero degli Esteri, si legge: “Questi preti sono sovversivi. Hanno avuto problemi con i loro superiori e sono stati detenuto nell’Esma”. La fonte di queste informazioni era Bergoglio. Le accuse sono state sempre respinte dal Papa che ha sostenuto di averli espulsi per metterli al sicuro dalle vita delle baraccopoli.
Nobel argentino per la pace nel 1980, Adolfo Maria Pérez Esquivel dichiarò: “Bergoglio non è colluso con dittatura”. Il premio nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel, in un’intervista alla Bbc, difende il nuovo papa e suo compatriota Jore Mario Bergoglio, dall’accusa di essere stato legato alla dittatura argentina. “Ci furono vescovi complici della dittatura ma Bergoglio no” dice il premio Nobel. “Bergoglio è accusato di non aver fatto il necessario per liberare dalla prigionie due sacerdoti quando era a capo dei gesuiti argentini ma io so in prima persona che vari vescovi chiesero alla giunta militare la liberazione di sacerdoti e questa spesso non venne accordata” precisa il premio Nobel per la pace del 1980. Attivista per i diritti umani, lui stesso vittima della giunta militare negli anni Settanta, Perez Esquivel è stata una delle figure chiave nella lotta contro la dittatura argentina.
Non tutta l’Argentina ha esultato e si è commossa per l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio di Cristo. Le Madri di Plaza de Mayo a Buenos Aires, hanno urlato “ Noi donne non scordiamo un altro marzo. Il 24 marzo 1976: in Argentina un golpe militare instaura una dittatura che durerà ben 7 anni durante i quali migliaia di persone sono arrestate, torturate, uccise, scomparse, “desaparecidos” . Circa 500 giovani donne incinte vennero fatte partorire incatenate in prigione e uccise subito dopo il parto. I loro piccoli vennero dati in adozione, falsificando i documenti, a famiglie della giunta o a loro simpatizzanti. Da allora le nonne “abuelas” di questi bambini scomparsi si sono ritrovate in Plaza de Mayo a Buenos Aires per manifestare e hanno dedicato la loro vita nel tentativo di ritrovare i loro nipoti.” Nel 2007 le Madri di Plaza de Mayo scesero in piazza contro l’allora cardinale Bergoglio, che non si era mai degnato di riceverle “Bergoglio rappresenta il fascismo, rappresenta la dittatura”.
Nella conferenza stampa che ha seguito l’udienza, il portavoce vaticano padre Lombardi ha nel frattempo respinto con fermezza le voci che parlano di rapporti poco chiari tra l’attuale Papa Francesco e la dittatura argentina negli anni Settanta: per Lombardi si tratta di accuse che arrivano da “una sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e debbono essere respinte con decisione”.