La Catania violenta degli anni Settanta, quella della delinquenza spicciola di strada, è la protagonista del volume di memorie “I Falchi nella Catania fuorilegge” scritto da Pino Vono, uno di quegli agenti in borghese – i Falchi della squadra Antiscippo della Polizia di Stato – che a bordo di moto di grossa cilindrata, con modi rudi ma efficaci, sgommando e penetrando con coraggio anche nei quartieri più pericolosi, fortino di alcune famiglie malavitose, contrastarono le rapine e i furti.
Il sindaco metropolitano, Salvo Pogliese, nel presentare il libro al Centro direzionale Nuovaluce, ha voluto esprimere un sentito ringraziamento ai presenti ex Falchi e a Pino Vono. « E’ per me un vero piacere presentare il libro di Vono – ha dichiarato il sindaco Pogliese – che da ex Falco ha saputo descrivere magistralmente le azioni del gruppo speciale della Polizia di Stato, nato proprio a Catania nel 1974, per la repressioni di scippi, rapine e omicidi tra clan per il controllo del territorio. Uno spaccato di storia recente dal punto di vista di un ex funzionario della Polizia di Stato che in borghese, e in sella a una potente moto, è stato con i suoi colleghi Falchi tra i protagonisti che hanno contrastato i crimini a Catania nella metà degli anni ‘70».
Il partecipato incontro, moderato dal giornalista Luca Ciliberti, è stato anche occasione per rievocare il questore Emanuele De Francesco, ideatore della squadra dei Falchi, i cui componenti, per lo più ventenni, freschi di nomina e privi di esperienza, sono stati protagonisti di un momento storico importante della città. Gli stessi uomini che violando i quartieri cittadini più omertosi hanno percepito un fenomeno che si stava espandendo e del quale si era spinto a scrivere solo il giornalista Pippo Fava: la consorteria cittadina che controllava il territorio etneo e che si stava espandendo oltre provincia.
Meritorio, perciò, lo scritto di Vono che consegna alla memoria le gesta di quei giovani agenti di Pubblica sicurezza (storpiando appositamente i nomi delle famiglie criminali). Le sue considerazioni finali, a conclusione del libro, meritano di essere sintetizzate: i Falchi fecero un contrasto di tipo militare ma furono incapaci di prevenire fenomeni sommersi di criminalità. La mafia oggi a Catania è forse più vitale che nel passato, controlla il territorio senza darlo a vedere, è ben strutturata nel tessuto sociale, si mimetizza nelle istituzioni e riesce a pilotare appalti ed affari milionari. La manovalanza criminale vive di droga e i più giovani sono in carriera per diventare i nuovi boss. La libertà fa paura alla mafia.
Il sindaco metropolitano, alla presenza del dottor Failla ex dirigente della Polizia, ha consegnato un Attestato di Gratitudine agli appartenenti alla squadra Falchi. Sono stati insigniti: Tommaso Berretta, questore; Antonio Belvedere, sovrintendente capo; Alvaro Cavezza, ispettore superiore; Claudio Di Bartolo, sovrintendente; Giuseppe Faraone, ispettore superiore; Antonio Fogliani, ispettore capo; Antonino Gattarello, ispettore; Vincenzo Gentile, sovrintendente; Giovanni Granata, ispettore; Mario Grasso, ispettore superiore; Angelo Maddonni, ispettore capo; Rocco Marramao, sovrintendente (deceduto, rappresentato dalla vedova Silvana Lo Presti); Giuseppe Munzone, ispettore capo; Renato Occhipinti, sovrintendente; Angelo Panaro, sovrintendente; Arcangelo Panebianco, ispettore superiore; Salvatore Pardo, sovrintendente, Paolino Puglisi, ispettore superiore capo; Giuseppe Rinaldo, sovrintendente; Lorenzo Romano, sovrintendente; Gabriele Serafini (deceduto, rappresentato dal figlio Gabriele); Giuseppe Vono, ispettore superiore.
La motivazione: “Per il lavoro e l’impegno profuso con passione nell’altissimo interesse della collettività e a tutela della sicurezza di tutti”. Un riconoscimento, dunque, ha concluso Pogliese “per tutto quello che i Falchi hanno fatto nei loro anni di servizio per assicurare la legalità e la sicurezza nella nostra Catania”.
Catania violenta degli anni Settanta, quella della delinquenza spicciola di strada, è la protagonista del volume di memorie “I Falchi nella Catania fuorilegge” scritto da Pino Vono, uno di quegli agenti in borghese – i Falchi della squadra Antiscippo della Polizia di Stato – che a bordo di moto di grossa cilindrata, con modi rudi ma efficaci, sgommando e penetrando con coraggio anche nei quartieri più pericolosi, fortino di alcune famiglie malavitose, contrastarono le rapine e i furti.
Il sindaco metropolitano, Salvo Pogliese, nel presentare il libro al Centro direzionale Nuovaluce, ha voluto esprimere un sentito ringraziamento ai presenti ex Falchi e a Pino Vono. « E’ per me un vero piacere presentare il libro di Vono – ha dichiarato il sindaco Pogliese – che da ex Falco ha saputo descrivere magistralmente le azioni del gruppo speciale della Polizia di Stato, nato proprio a Catania nel 1974, per la repressioni di scippi, rapine e omicidi tra clan per il controllo del territorio. Uno spaccato di storia recente dal punto di vista di un ex funzionario della Polizia di Stato che in borghese, e in sella a una potente moto, è stato con i suoi colleghi Falchi tra i protagonisti che hanno contrastato i crimini a Catania nella metà degli anni ‘70».
Il partecipato incontro, moderato dal giornalista Luca Ciliberti, è stato anche occasione per rievocare il questore Emanuele De Francesco, ideatore della squadra dei Falchi, i cui componenti, per lo più ventenni, freschi di nomina e privi di esperienza, sono stati protagonisti di un momento storico importante della città. Gli stessi uomini che violando i quartieri cittadini più omertosi hanno percepito un fenomeno che si stava espandendo e del quale si era spinto a scrivere solo il giornalista Pippo Fava: la consorteria cittadina che controllava il territorio etneo e che si stava espandendo oltre provincia.
Meritorio, perciò, lo scritto di Vono che consegna alla memoria le gesta di quei giovani agenti di Pubblica sicurezza (storpiando appositamente i nomi delle famiglie criminali). Le sue considerazioni finali, a conclusione del libro, meritano di essere sintetizzate: i Falchi fecero un contrasto di tipo militare ma furono incapaci di prevenire fenomeni sommersi di criminalità. La mafia oggi a Catania è forse più vitale che nel passato, controlla il territorio senza darlo a vedere, è ben strutturata nel tessuto sociale, si mimetizza nelle istituzioni e riesce a pilotare appalti ed affari milionari. La manovalanza criminale vive di droga e i più giovani sono in carriera per diventare i nuovi boss. La libertà fa paura alla mafia.
Il sindaco metropolitano, alla presenza del dottor Failla ex dirigente della Polizia, ha consegnato un Attestato di Gratitudine agli appartenenti alla squadra Falchi. Sono stati insigniti: Tommaso Berretta, questore; Antonio Belvedere, sovrintendente capo; Alvaro Cavezza, ispettore superiore; Claudio Di Bartolo, sovrintendente; Giuseppe Faraone, ispettore superiore; Antonio Fogliani, ispettore capo; Antonino Gattarello, ispettore; Vincenzo Gentile, sovrintendente; Giovanni Granata, ispettore; Mario Grasso, ispettore superiore; Angelo Maddonni, ispettore capo; Rocco Marramao, sovrintendente (deceduto, rappresentato dalla vedova Silvana Lo Presti); Giuseppe Munzone, ispettore capo; Renato Occhipinti, sovrintendente; Angelo Panaro, sovrintendente; Arcangelo Panebianco, ispettore superiore; Salvatore Pardo, sovrintendente, Paolino Puglisi, ispettore superiore capo; Giuseppe Rinaldo, sovrintendente; Lorenzo Romano, sovrintendente; Gabriele Serafini (deceduto, rappresentato dal figlio Gabriele); Giuseppe Vono, ispettore superiore.
La motivazione: “Per il lavoro e l’impegno profuso con passione nell’altissimo interesse della collettività e a tutela della sicurezza di tutti”. Un riconoscimento, dunque, ha concluso Pogliese “per tutto quello che i Falchi hanno fatto nei loro anni di servizio per assicurare la legalità e la sicurezza nella nostra Catania”
Catania, 19 febbraio 2020