La riforma del Senato è ad un passo, e con prevedibile probabilità sarà approvata entro il 20 luglio passando con quasi 200 voti favorevoli. Renzi di questo è sicuro vista la recente apertura del Movimento Cinque Stelle. Il Movimento ha fatto un dietrofront pubblicando dieci risposte scritte alle proposte del Partito democratico. In realtà Ganroberto Casaleggio ha imposto la linea del confronto e Luigi De Maio, vicepresidente della Camera, assume il comando dei pentastellati. Pubblicando le dieci risposte è stata di fatto evitata una deriva istituzionale molto pericolosa per il Paese e per il Movimento, che contestualmente gioca in modo intelligente sulla volontà e sulla necessità necessità di un confronto. I Cinque Stelle ipotizzano una legge elettorale con il ballottaggio che assegna alla lista vincente il 52% dei seggi. Per il primo turno suggeriscono proporzionale puro e preferenze. Il Pd lascia a questo punto intravedere uno spiraglio per la riapertura di una trattativa. Si è consumata di fatto una rivoluzione nei pentastellati con l’intervento di Casaleggio e l’investitura di Di Maio. Inoltre Grillo aveva scomunicato il piccolo schermo e Mentana ha ospitato Di Maio in trasmissione. L’umore di Renzi è a dieci passi sopra il cielo per il cedimento del Movimento che di fatto ha posto Grillo in un angolo. La soglia del 52 per cento è ritenuta da Renzi ridicola ma è pienamente soddisfatto che venga accettato il ballottaggio ed il secondo turno. L’ipotesi maggioritaria per il partito, e non per le ammucchiate del passato, interessa molto al Pd. Renzi comunque mai abbandonerà l’Italicum che resta la sua bussola. Ma le disponibilità dei Cinque Stelle sono ritenute utilissime perchè, di fatto, Grillo apre alla fine del bicameralismo perfetto. Si prevede anche di approvare l’Italicum in commissione prima della pausa estiva.
Cocis