I marò tornano in Italia, La Russa li candida al Parlamento

Sono tornati finalmente in Italia i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tra le critiche della stampa estera.  I giornali del Kerala,  segnalano oggi anche le voci di dissenso di sindacati e movimenti, che non avrebbero voluto che l’autorizzazione al viaggio fosse data. The Hindu, che dedica ai marò una spalla della prima, segnala all’interno che due dei principali sindacati del Kerala, il Citu e l’Aituc, hanno pesantemente criticato il governo locale, che non si sarebbe opposto in modo sufficientemente vigoroso all’autorizzazione all’espatrio, rinunciando perfino a fare ricorso all’ordinanza dell’Alta Corte. Da parte sua The Indian Express, che ha in prima una fotonotizia con l’immagine di Latorre e Girone, all’interno riferisce di due differenti iniziative di protesta da parte degli attivisti della Federazione democratica della gioventù dell’India (Dyfi) sia a Kollam davanti al tribunale, sia all’aeroporto di Kochi, lanciando slogan ostili ai marò “responsabili” di aver ucciso due pescatori indiani e mostrando bandiere nere. Alcuni degli attivisti, conclude il giornale, sono stati arrestati per essersi rifiutati di allontanarsi nel quartiere di Kalamassery a Kochi.

Ben diversa, invece l’accoglienza riservata ai due fucilieri dagli italiani. Oltre all’inevitabile commozione dei familiari, anche la politica si è mostrata particolarmente soddisfatta, in particolare con la richiesta di Ignazio La Russa di inserirli “nei migliori posti” in lista del neonato ‘Fratelli d’Italia’. Una giornata che sembrava non finire mai ha segnato a Kochi la vigilia della partenza.

L’annuncio è stato fatto da La Russa nel corso della conferenza stampa in cui è stato battezzato ‘Fratelli d’Italia – Centrodestra nazionalé, movimento da lui fondato assieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto. E per la prima volta è scesa in campo anche l’Unione europea, che in un comunicato firmato dall’Alto rappresentante della politica estera, Catherine Ashton, ha assicurato di “accogliere con favore la decisione dell’Alta Corte del Kerala, e di restare impegnata nel caso, in pieno sostegno delle autorità italiane, aspettando il giudizio della Corte Suprema”. Tutto questo mentre un drappello composto dai marò, dall’ambasciatore in India Giacomo Sanfelice, dal console generale a Mumbai Giampaolo Cutillo e dal colonnello dei Carabinieri Ruggiero Capodivento lasciava all’alba in auto l’hotel di Fort Kochi verso Kollam. E’ in questa città infatti che è aperto il processo di primo grado, mai cominciato, contro i marò, e dove sono custoditi i loro passaporti.

All’arrivo hanno trovato una folla di giornalisti, la cui attenzione è stata rilanciata dalla sentenza dell’Alta Corte del Kerala, giudicata dai media troppo morbida verso l’Italia e criticata anche dalle associazioni dei pescatori, che l’hanno considerata un’offesa per le famiglie delle vittime. Dopo aver visionato i documenti relativi alle condizioni poste per la licenza di due settimane in Italia (cauzione di 826.000 euro, dichiarazioni giurate, meccanismi di informazione della polizia indiana), il giudice T.G. Madhu ha restituito i passaporti. E ricordato a Latorre e Girone che dovranno presentarsi a Kollam per l’udienza del processo del 15 gennaio.

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