La storica compagnia dei Mummenschanz torna a Roma al Teatro Olimpico dall’8 al 17 maggio, ospite per l’ultimo spettacolo che chiude la quinta edizione del Festival Internazionale della Danza di Roma della Filarmonica Romana e Teatro Olimpico. Immergetevi nella magia del silenzio e delle ombre, dei corpi che mutano e che cambiano, assumendo ogni forma: è lo spettacolo dell’arte visiva, della mimica e del non-verbale, tanto emozionante quanto divertente. Le storie raccontate dai Mummenschanz, che la stampa ha definito “Les musiciens du silence”, sono soltanto visive. Non ci sono accompagnamenti musicali, né scenografie. Irrompono sul palcoscenico indossando quello che la nostra società ha depauperato di valore, i nostri scarti: sacchetti dilatati, resti di tubo a fisarmonica, bidoni, fili di ferro o serpentine luminescenti, stralci di stoffa, pezzi di cartone, polistirene, gommapiuma ed altro ancora. Tutti materiali mossi o modellati in modo da generare una fantasmagoria proteiforme centrata sull’umano la quale ci trascina in un insolito girotondo gioioso, sorprendendoci, divertendoci e meravigliandoci ogni volta. In questo spettacolo, che si arricchisce di nuovi sketch ancora mai presentati a Roma, racconta Floriana Frassetto fra le fondatrici e attuale interprete della compagnia, c’è tutto il nostro linguaggio: poetico, ironico, stimolante, provocante per la fantasia e per il gioco e pieno di emotività. Siamo uno spettacolo per un pubblico dai 6 ai 106 anni!” ondata a Parigi nel 1972 da Bernie Schürch e Andres Bossard, in collaborazione con Floriana Frassetto, la compagnia Mummenschanz nasce da un progetto artistico fortemente sentito dal trio originario in seguito a intensi anni di studio e di sperimentazione nell’ambito del mimo e della danza. In quegli anni il trio offrì un’alternativa significativa non soltanto al lunare Pierrot, ma anche alla espressività della danza classica. Attraverso un dispositivo assolutamente moderno, fu sviluppato uno spettacolo unico nel suo genere, basato sulla straordinaria capacità espressiva del linguaggio mimico dei corpi e degli oggetti-maschere. Per il trio, spiega la sua cofondatrice Floriana Frassetto, Mummenschanz rappresenta un “gioco di possibilità”, il tentativo di raccontare una storia lungo il filo sottile delle immagini, senza musica né parole, attraverso la potenza creativa del linguaggio non verbale dei corpi e delle forme. Applauditi sui più importanti palcoscenici internazionali, oggi i Mummenschanz sono molto di più di un nome. Il loro lavoro è diventato una forma d’arte che ha affascinato e tuttora affascina spettatori di ogni età e di ogni estensione geografica.
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