Proprio così! E’ un’esortazione, un grido di dolore che viene dalla società civile: imprenditori, professionisti, dipendenti pubblici e privati, giovani e persone anziane. Un coro unico che ha a cuore le sorti della nostra Italia. Tutti hanno capito che abbiamo un uomo solo al comando che alle spalle ha istituzioni fragili e non guida una solida struttura di governo. Mario Draghi deve sopperire a quella struttura con il suo prestigio e la sua autorevolezza internazionale. E’ evidente che la fragilità delle istituzioni italiane è un eterno ostacolo con cui il Premier deve fare i conti tanto quando agisce sul piano europeo quanto su scenari extra UE. I cosiddetti attori della politica, i partiti, non riescono a pensare oltre i propri egoismi e le furbizie quotidiane che stanno lacerando il tessuto istituzionale su cui si regge il Paese. La Von der Leyen la scorsa settimana in visita a Roma ha detto che il piano italiano è un modello per la ripresa con il quale inizia un lungo e duro viaggio che ci porterà verso l’obiettivo finale. L’Italia quindi è tornata. Nel frattempo la campagna vaccinale sta procedendo, sia pur tra tanti contrasti e contraddizioni, velocemente e questo ci fa ben sperare che presto potremo uscire da quest’incubo. Ma tutto dipenderà dal comportamento degli italiani che dovrà essere il più razionale possibile: guai a rifare gli errori dello stesso anno, perché le varianti del virus sono insidiose e difficili a controllarsi. Il Premier, come si suol dire, ci ha messo la faccia e ha scommesso sugli italiani: da lunedì tutti senza mascherina all’aperto. Quindi tutto sembra andare per il meglio, ma non è così. In queste ore il principale partito che siede in Parlamento e sostiene il governo, M5S, è dilaniato da una guerra intestina che potrebbe avere delle ripercussioni sulla stabilità della maggioranza. Nei giorni in cui tutti i governi europei censurano il comportamento illiberale del governo guidato da Orban, qualcuno nella maggioranza gli esprime solidarietà. Intanto la Chiesa entra a gamba tesa nella discussione sul disegno di legge Zan e Draghi deve correre ai ripari ribadendo il carattere laico dello Stato italiano. Un teatrino, una confusione senza precedenti, mentre il Paese, come ha detto la Von der Leyen è pronto a ripartire. La colpa è della nostra democrazia che ormai è malata e allo sbando, tenuta insieme forse da un potere soprannaturale e dalla voglia di libertà degli italiani. E’ affetta da un cancro le cui metastasi ne hanno invaso il corpo e impoverito lo spirito: l’instabilità politica, il trasformismo e le continue scissioni. Del resto in questa legislatura abbiamo assistito alla formazione di governi giallo-verdi e giallo-rossi, guidati da un Premier venuto da un Luna Park. Poi alla fine , pronti a governare tutti insieme. Scelte imposte da circostanze storiche e sociologiche particolarmente gravi, ma pur sempre figlie di un disordine e di una confusione istituzionale, alla quale prima o poi si dovrà por fine. Il compito dei partiti è quello di accompagnare Mario Draghi nel difficile compito di riavviare la ripresa del Paese. Se non lo dovessero fare ne pagherebbero un prezzo altissimo e con loro il lavoro, l’economia ed infine decreterebbero la morte della democrazia.
Andrea Viscardi