I Pentastellati e la loro incapacità di governare

L’incapacità di governare dei grillini.  Si è chiusa la prima legislatura con i grillini in Parlamento, con bilanci davvero poco lusinghieri per la compagine pentastellata. Tutti i principali sindaci grillini sono finiti sotto indagine o sommersi da polemiche per inefficienze varie. A Torino Chiara Appendino è indagata per indagata per falso in atto pubblico, con l’accusa di aver impropriamente cancellato un debito di 5 milioni dal bilancio. Stesso capo d’accusa per il primo cittadino di Roma Virginia Raggi, in merito alla nomina al dipartimento turismo di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro finito nei guai per corruzione.

A Bagheria il pentastellato Patrizio Cinque è finito nella bufera per abuso e omissione d’atti d’ufficio, turbativa d’asta e rivelazione d’atti d’ufficio riguardo l’appalto del servizio rifiuti e la gestione del palazzetto dello sport. Mentre a Livorno Filippo Nogarin è indagato per abuso d’ufficio e bancarotta fraudolenta nell’ambito dell’inchiesta su una municipalizzata. Per non parlare del caso Quarto e del sindaco M5S indagato.

 A Roma poi impressiona il numero di errori a catena e dimissioni che hanno riguardato l’amministrazione Raggi: prima l’ingaggio di una capo di gabinetto a 193.000 euro, provvedimento contestato dall’autorità nazionale anticorruzione, quindi la nomina dell’assessore Muraro finito sotto indagine e dimessosi al termine di una telenovela sfibrante. Poi un assessore al Bilancio dimessosi nel giro di un batter d’occhio, quindi l’arresto del braccio destro della Raggi per corruzione, infine la nomina dei dirigenti delle municipalizzate a cui son seguite rapide dimissioni. Eppure i grillini avrebbero avuto tutto il tempo per prepararsi a governare la capitale, la città per inciso del leader Di Battista, tant’è che i sondaggi indicavano da almeno un anno come certa la vittoria del candidato pentastellato dopo i disastri del sindaco Pd.

Rigurdo  al voto della rete i responsi delle consultazioni tra gli iscritti infatti vengono accettati solo se collimano con la linea di Beppe Grillo. In caso contrario la votazione viene democraticamente annullata, come nel caso delle primarie per il sindaco di Genova vinte da Marika Cassimatis.

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