Il campionato di B è lo specchio dell’Italia. Se nel Bel paese dilaga il fenomeno del precariato, in serie B esiste il lavoro più precario di sempre: l’allenatore. Dall’inizio del campionato sono già 6 i tecnici che sono saltati, 7 se consideriamo Gautieri, che ha rassegnato le dimissioni prima dell’inizio del campionato.
La prima panchina a saltare è stata quella di Auteri del Latina, l’ultima quella di Atzori, esonerato una decina di giorni fa dalla Reggina dopo la sconfitta contro il Modena. Rispetto a un anno fa, il saldo degli esoneri segna un triste attivo di +5. Prevedibile? Forse. Anche perchè quest’anno, sogghignano i maligni, c’è il fattore Zamparini da considerare . Ma stavolta il vulcanico presidente del Palermo c’entra poco. Almeno per il momento. Certo, ha dato il suo contributo, esonerando Gattuso, ma il colmo si è raggiunto a Brescia con la tragicomica vicenda di Giampaolo. Sparito, ricomparso ed esonerato, con la troupe di “Chi l’ha visto” che si è mossa per rintracciarlo. Senza dimenticare l’interregno di Maifredi, durato lo spazio di una partita, prima di alzare bandiera bianca ed essere sostituito da Bergodi. A questa lista di nomi così corposa, si è aggiunto anche Dario Marcolin, esonerato dal Padova dopo un avvio di stagione più che deludente nonostante gli sforzi compiuti dalla società sul mercato.
Già, è proprio dura la vita degli allenatori in serie B. Soprattutto in certi spogliatoi in cui sono costretti a fare da padri a ragazzini imberbi e da fratelli maggiori a giocatori all’ultimo ingaggio. E non solo. A volte, quando si trovano tra due fuochi ,società e tifoseria, devono attaccare l’autoclave e fare da pompieri. Oppure, come gli equilibristi, camminare su un filo sospeso sull’abisso, per salvare capre, cavoli e magari anche la panchina. E se i risultati non arrivano? Niente paura. Pagano loro. Sempre.
Mariano Messinese