Il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli si è recato al Quirinale per un incontro informale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Nella notte si è riaperta la trattativa tra M5S e Lega e il Quirinale. Al termine di una giornata vorticosa, con la prospettiva del voto il 29 luglio all’orizzonte, riemerge, a sorpresa, l’ipotesi di un governo giallo-verde.
Il Colle è intenzionato a mandare il Governo Cottarelli alle Camere, vedere i risultati e poi – nella quasi certezza della sfiducia – sciogliere il Parlamento e far tornare il Paese al voto nei tempi tecnici. Il che potrebbe significare anche ad agosto. Sergio Mattarella è convinto che in ogni caso serva un’assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche nel luogo deputato a valutare la nascita di ogni governo, cioè il Parlamento. Queste sono le poche certezze di una giornata nervosa nella quale sono saltati tutti gli schemi tradizionali ed è forte la sensazione che sotto-traccia ci sia in corso più di un tentativo di soluzione.
Nuovo appuntamento quindi domani mattina al Colle tra Mattarella e Cottarelli. Ma per fare cosa? Il Quirinale fa sapere che ci sono ancora nodi da superare per la lista dei ministri del governo. Ma 24 ore in più possono servire anche per far maturare nuove idee, per conoscere dal Viminale quando sarebbe la prima data utile per richiamare gli italiani al voto, seppur sotto il solleone.
Oppure, a dar retta ai boatos parlamentari, per vedere se si materializza una sorta di fiducia tecnica che permetta a Cottarelli di costruire subito una Finanziaria light per sterilizzare l’aumento dell’Iva e poi sciogliere a fine luglio. Così il voto tornerebbe tra fine settembre o i primi di ottobre. Oppure la più incredibile delle soluzioni che nessuno conferma ne’ smentisce: riallacciare i nodi del tormentone Salvini-Di Maio e riprovarci. Oggi tutto sembra possibile. Gli schemi sono saltati.