Spulciando il data base dell’ufficio italiano brevetti e marchi del Mise, si scopre infatti che il leader azzurro nel dicembre 2012 ha depositato il marchio ‘centrodestra italiano’, mentre nel 2016, esattamente il 23 giugno, si è ‘intestato’ il nome ‘centrodestra unito’, sempre senza il trattino.
Nello stesso anno l’ex premier ha presentato un altro logo, con la dicitura ‘il centrodestra per la libertà’. Il centrodestra unito, insomma, esiste già, sotto forma di marchio, a livello nazionale. E in tutti e tre i casi la domanda per ‘l’acquisto’ della dicitura è stata fatta da Berlusconi in persona. Che ora, cinque anni dopo, torna alla carica proprio con il partito unico, spiazzando Matteo Salvini, che si accontenterebbe di una federazione tra le attuali forze della coalizione di centrodestra.
Sul Messaggero si racconta intanto la cena di Arcore tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Nel corso della quale il leader azzurro ha firmato i referendum leghisti sulla giustizia. Salvini e Berlusconi – scrive il quotidiano romano – ormai non possono che viaggiare insieme. “Uno ha bisogno di non farsi superare da Fratelli d’Italia, e con l’aggiunta degli azzurri l’obiettivo è possibile, per l’altro è necessario dare un futuro – in un listone condiviso – a Forza Italia ormai sempre più debole”.
Il partito unico, in questo progetto, funge da suggestione. Rispetto alla quale Giorgia Meloni continua a manifestare contrarietà o indifferenza. Meloni – commenta Libero – “si sente del tutto estranea al progetto di partito unico ed è al momento più indifferente che scettica rispetto alla federazione. Giorgia cresce da sola e vuole continuare a farlo e a percorrere la strada del centrodestra a tre teste, anche perché ora ha concrete possibilità che la sua sia quella più pesante”.
La leader di FdI “valuta le offerte di Berlusconi come il tentativo del presidente azzurro di rifondare la propria creatura, ma anche un po’ di liberarsene. Le cronache raccontano di un Silvio molto legato ancora ai suoi fedelissimi ma distante dai giochi romani e dalle manovre di chi, tra i forzisti, già ragiona e si muove come se lui non fosse più della partita. Un affronto per il Cavaliere che, federazione, partito unico o quant’ altro sarà, non deciderà mai di uscire di scena”.
Silvio Berlusconi ha proposto la creazione del “Partito del centrodestra italiano”, andando al di là della federazione lanciata da Matteo Salvini. Ma ora, sembra che già entro il 2023 potremmo assistere alla creazione di un movimento che unisce Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia.
Nei giorni scorsi Berlusconi aveva già sottolineato che il progetto era da intendersi “in vista delle politiche del 2023” tanto che Antonio Tajani aveva fatto notare come l’ex premier stesse anticipando “una visione del centrodestra del futuro“. Un futuro che potrebbe appunto arrivare già entro pochi anni. Ancora oggi, infatti, il Cavaliere rilancia la data del 2023 per la realizzazione del partito unico. “Con Giorgia e Matteo stiamo facendo un ottimo lavoro e sono certo che anche alle elezioni comunali riusciremo ad avere un buon risultato“, ha spiegato in collegamento telefonico alla presentazione del candidato alla presidenza della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Poi, riferendosi al futuro di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, ha aggiunto: “Stiamo lavorando bene con Salvini e credo che da qui al 2023 riusciremo sicuramente a costruire un unico partito del centrodestra, un ‘partito repubblicano’ come quello americano, nel quale il centro e la destra democratica si trovino insieme per governare il Paese“. E il nome è già pronto: “Lo abbiamo chiamato: il Centrodestra italiano”.
Sogno dall’inizio della mia discesa in campo – ha raccontato Berlusconi – un movimento politico che possa rappresentare la maggioranza degli italiani e che possa dare stabilità al governo del centrodestra“. Un obiettivo da raggiungere in modo graduale, partendo proprio dalla federazione ipotizzata da Salvini, per poi convergere verso il partito unico. Ancora in dubbio sulla proposta del Cav, però, Giorgia Meloni, ha ribadito: “Penso che unificare partiti che hanno una compatibilità, ma una identità diversa, rischi di far perdere più di quello che si guadagna e che nella situazione in cui si trova l’Italia oggi francamente il tema dei partiti mi sembra secondario“.
Un’affermazione che non ha minato il clima di collaborazione all’interno del centrodestra e che non significa una chiusura totale. “Questa pandemia – ha concluso il leader di Forza Italia –ha cambiato molta parte della nostra società e delle nostre abitudini e io credo che cambierà anche il sistema dei partiti, il sistema della rappresentanza politica. E sono sicuro che questa spinta all’unità arriverà anche da queste elezioni in Calabria“.