“I lutti insopportabili che si registrano ogni qualvolta che le sempre più frequenti alte precipitazioni meteorologiche si scontrano con le fragilità dei territori, da nord a sud, ci dicono che la messa in sicurezza del territorio è divenuta la più grande e prioritaria opera pubblica che bisogna realizzare nei nostro Paese”. Lo sostiene Maurizio Grosso, Segretario Generale SIFUS CONFALI il quale aggiunge: “E’ inutile che in questa delicata fase si perda tempo nei palazzi e nei salotti televisivi per ricercare le responsabilità circa i disastri che hanno massacrato Ischia, poiché sono arcinote e derivano dal connubio cementificazione selvaggia/assenza di messa in sicurezza del territorio. Chi ha consentito la cementificazione selvaggia, le sanatorie edilizie, i condoni e non ha inteso realizzare opere di manutenzione e messa in sicurezza del territorio – afferma Maurizio Grosso – sono i responsabili dei disastri ambientali da Ischia a Stromboli, da Sciacca a Senigallia, ecc, ecc. Ora le istituzioni, in primis il Governo Meloni – continua Segretario Generale SIFUS CONFALI -, devono decidere se aspettare che tra qualche giorno si spengano i riflettori sui lutti di Ischia, nelle more che tra qualche settimana se ne registrino altri, oppure prendere il toro per le corna ed intervenire seriamente per affrontare e risolvere i problemi derivanti dalle fragilità strutturali del nostro territorio realizzando opere capaci di metterlo in sicurezza, magari approfittando dei fondi del PNRR. Per mettere in sicurezza il territorio – sottolinea il Grosso – bisogna abbandonare la strategia dell’emergenza ed abbracciare quella della prevenzione che può essere subito avviata utilizzando gli operai forestali e dei consorzi di bonifica a tempo indeterminato nelle more che venga messo in campo anche altro personale. Chi meglio di loro è in grado di realizzare la pulizia dei letti dei fiumi, dei torrenti, dei corsi d’acqua e la sistemazione degli argini degli stessi? Chi meglio di loro è in grado di realizzare l’assestamento e il consolidamento idrogeologico del territorio anche attraverso opere di ingegneria ambientale? Sulla scorta di queste riflessioni e considerazioni – conclude Maurizio Grosso – il SIFUS CONFALI ha chiesto un incontro al Ministro all’Ambiente, on. Paolo Zangrillo, e al Ministro alla Protezione Civile, on. Nello Musumeci, per rappresentargli soluzioni per la messa in sicurezza del territorio nazionale”