Ignazio La Russa a Fenix: ‘Giovani e fiamma nel cuore, senza memoria non c’è futuro’

Accolto con una ovazione e con il coro “c’è solo un presidente”, “Ignazio, Ignazio”, per Ignazio La Russa, l’intervista a Fenix, la festa dei giovani di Fdi al laghetto dell’Eur, si trasforma da subito in un trionfo personale. “Non c’è niente di più bello di questo”, dice quasi commosso il presidente del Senato. 

A intervistare il presidente del Senato, c’è Pietro Senaldi, il vicedirettore di “Libero“, interista come lui e come lui “deluso” dalla finale di Champions League, alla quale entrambi erano presenti. Ma sul palco della festa di Gioventù nazionale, nel primo giorno della kermesse che era stata aperta da Fabio Roscani con un’intervista dei ragazzi di destra al sindaco di Roma Gualtieri, si è parlato soprattutto di politica e di futuro, anche di quello remoto: “Ho grande simpatia per le feste di partito, poi le feste giovanili di partito sono particolarmente importanti, perché sono un momento di aggregazione e formazione nell’ingresso nella vita politica. La nostra democrazia si regge sul pluralismo e su una dialettica politica che è il sale della democrazia”. Tante le domande rivolte al sindaco di Roma, con grande correttezza e stile, dai ragazzi di FdI, tra cui le occupazioni abusive e gli sgomberi dei centri sociali, la sicurezza della città, i trasporti, la rete metropolitana. Gualtieri, dopo aver spiegato che la nuova giunta sta ancora lavorando “sui disastri lasciati dalle precedenti amministrazioni”, ha promesso interventi e investimenti enormi, e ha dato atto al governo Meloni di aver offerto a Roma Capitale la massima collaborazione sui lavori del Giubileo, i fondi per i nuovi cantieri e in particolare lo sblocco dei finanziamenti sulla Metro C.

A precisa domanda, La Russa risponde: “La fiaccola sono loro, è fatta di persone, di occhi stupendi, di cuore, ma anche di sangue e memoria, senza memoria il futuro non ci potrebbe essere. Senza memoria non c’è futuro “, dice con riferimento al titolo dell’intervista ‘la fiaccola infinita’. “Sento che una fiamma tricolore arde dentro al cuore di questi ragazzi, ogni giorno, e questo mi rende orgoglioso di voi. La fiamma non è un simbolo, è una passione per la nostra Patria che brucia dentro di noi“.

Si passa all’attualità, al futuro del governo. “Questo centrodestra non è il lascito di Berlusconi, lui avrebbe voluto un centrodestra a trazione Berlusconi, uno con Meloni premier è figlio del centrodestra inventato da Berlusconi e i figli prendono a un certo punto strade diverse dai padri”, sostiene poi presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Berlusconi – dice – ha permesso che gli italiani ci sdoganassero, non ci ha sdoganato lui”. E il governo? “L’azione di governo, pur con una macchina che doveva partire e ministri alla prima esperienza, nei risultati sta andando molto bene. Si può fare sempre meglio, qualche errorino c’è stato, ma credo che nessuno si aspettasse questa compattezza e questa capacità da parte del governo. È una prospettiva del tutto diversa, principalmente per la guida di Giorgia Meloni ma anche per una visione che ci induce a ritenere che questo governo abbia un intero quinquennio davanti per costruire, realizzare riforme, dare speranza e fiducia alle nuove generazioni, come in realtà sta già facendo. Tutti i governi degli ultimi anni, anche quelli in cui parte del centrodestra era in maggioranza, erano temporanei e provvisori per natura. Oggi si respira un’altra aria. Le prossime elezioni europee di giugno 2024 potrebbero delineare una nuova maggioranza di centrodestra tra i conservatori, che hanno appena rieletto alla presidenza Giorgia Meloni, e i popolari. L’Europa che sogniamo è una confederazione di stati sovrani che valorizzi le singole identità e che abbia obiettivi comuni e non un concentrato di burocrazie. È una speranza concreta e vicina. È tornata la parola giovani, che era sparita dall’agenda per tanto tempo. E sono nate politiche nuove che hanno abbandonato la strada dell’assistenzialismo per abbracciare quella della valorizzazione di ogni singola opportunità. Il reddito di cittadinanza era un manifesto emblematico che noi abbiamo sempre rifiutato. I dati macroeconomici dell’Italia dimostrano che quella politica è giusta e sta producendo grandi risultati. Per noi il vero anticonformismo è non farsi una canna. Al di là di tutte le considerazioni sugli effetti delle droghe riteniamo che debba essere bella la suggestione di liberarsi da ogni droga. Siamo chiaramente contrari a tutte le liberalizzazioni, ma quello che registriamo è che dopo tantissimo tempo, finalmente, c’è una classe politica che mette i giovani e il loro disagio al primo posto”.

Poi si torna al passato, alla militanza, ai giovani di ieri e a quelli di oggi. La nostra “storia del dopoguerra, è storia di emarginazione, ci fu il sacrificio di ragazzi come loro, a Roma, Milano e altre città e siccome si parla sempre di diritto di parola, no parlerò di Ramelli e dei martiri di Roma, ma parlerò di Ugo Venturini, che morì perché difendeva la presenza di Almirante a un palco, che non volevano far parlare, fu ucciso dal lancio di una bottiglia, nessuno a destra invece ha mai sostenuto che gli altri non dovevano parlare, noi volevamo confrontarci”.
E la sinistra? “Ha paura di noi, delle nostre idee…”, è la sintesi che scatena altri applausi e una standing ovation.

Il video del pomeriggio di “Fenix” con l’intervista a La Russa

 

 

Accolto con una ovazione e con il coro “c’è solo un presidente”, “Ignazio, Ignazio”, per Ignazio La Russa, l’intervista a Fenix, la festa dei giovani di Fdi al laghetto dell’Eur, si trasforma da subito in un trionfo personale. “Non c’è niente di più bello di questo”, dice quasi commosso il presidente del Senato. 

A intervistare il presidente del Senato, c’è Pietro Senaldi, il vicedirettore di “Libero“, interista come lui e come lui “deluso” dalla finale di Champions League, alla quale entrambi erano presenti. Ma sul palco della festa di Gioventù nazionale, nel primo giorno della kermesse che era stata aperta da Fabio Roscani con un’intervista dei ragazzi di destra al sindaco di Roma Gualtieri, si è parlato soprattutto di politica e di futuro, anche di quello remoto: “Ho grande simpatia per le feste di partito, poi le feste giovanili di partito sono particolarmente importanti, perché sono un momento di aggregazione e formazione nell’ingresso nella vita politica. La nostra democrazia si regge sul pluralismo e su una dialettica politica che è il sale della democrazia”. Tante le domande rivolte al sindaco di Roma, con grande correttezza e stile, dai ragazzi di FdI, tra cui le occupazioni abusive e gli sgomberi dei centri sociali, la sicurezza della città, i trasporti, la rete metropolitana. Gualtieri, dopo aver spiegato che la nuova giunta sta ancora lavorando “sui disastri lasciati dalle precedenti amministrazioni”, ha promesso interventi e investimenti enormi, e ha dato atto al governo Meloni di aver offerto a Roma Capitale la massima collaborazione sui lavori del Giubileo, i fondi per i nuovi cantieri e in particolare lo sblocco dei finanziamenti sulla Metro C.

A precisa domanda, La Russa risponde: “La fiaccola sono loro, è fatta di persone, di occhi stupendi, di cuore, ma anche di sangue e memoria, senza memoria il futuro non ci potrebbe essere. Senza memoria non c’è futuro “, dice con riferimento al titolo dell’intervista ‘la fiaccola infinita’. “Sento che una fiamma tricolore arde dentro al cuore di questi ragazzi, ogni giorno, e questo mi rende orgoglioso di voi. La fiamma non è un simbolo, è una passione per la nostra Patria che brucia dentro di noi“.

Si passa all’attualità, al futuro del governo. “Questo centrodestra non è il lascito di Berlusconi, lui avrebbe voluto un centrodestra a trazione Berlusconi, uno con Meloni premier è figlio del centrodestra inventato da Berlusconi e i figli prendono a un certo punto strade diverse dai padri”, sostiene poi presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Berlusconi – dice – ha permesso che gli italiani ci sdoganassero, non ci ha sdoganato lui”. E il governo? “L’azione di governo, pur con una macchina che doveva partire e ministri alla prima esperienza, nei risultati sta andando molto bene. Si può fare sempre meglio, qualche errorino c’è stato, ma credo che nessuno si aspettasse questa compattezza e questa capacità da parte del governo. È una prospettiva del tutto diversa, principalmente per la guida di Giorgia Meloni ma anche per una visione che ci induce a ritenere che questo governo abbia un intero quinquennio davanti per costruire, realizzare riforme, dare speranza e fiducia alle nuove generazioni, come in realtà sta già facendo. Tutti i governi degli ultimi anni, anche quelli in cui parte del centrodestra era in maggioranza, erano temporanei e provvisori per natura. Oggi si respira un’altra aria. Le prossime elezioni europee di giugno 2024 potrebbero delineare una nuova maggioranza di centrodestra tra i conservatori, che hanno appena rieletto alla presidenza Giorgia Meloni, e i popolari. L’Europa che sogniamo è una confederazione di stati sovrani che valorizzi le singole identità e che abbia obiettivi comuni e non un concentrato di burocrazie. È una speranza concreta e vicina. È tornata la parola giovani, che era sparita dall’agenda per tanto tempo. E sono nate politiche nuove che hanno abbandonato la strada dell’assistenzialismo per abbracciare quella della valorizzazione di ogni singola opportunità. Il reddito di cittadinanza era un manifesto emblematico che noi abbiamo sempre rifiutato. I dati macroeconomici dell’Italia dimostrano che quella politica è giusta e sta producendo grandi risultati. Per noi il vero anticonformismo è non farsi una canna. Al di là di tutte le considerazioni sugli effetti delle droghe riteniamo che debba essere bella la suggestione di liberarsi da ogni droga. Siamo chiaramente contrari a tutte le liberalizzazioni, ma quello che registriamo è che dopo tantissimo tempo, finalmente, c’è una classe politica che mette i giovani e il loro disagio al primo posto”.

Poi si torna al passato, alla militanza, ai giovani di ieri e a quelli di oggi. La nostra “storia del dopoguerra, è storia di emarginazione, ci fu il sacrificio di ragazzi come loro, a Roma, Milano e altre città e siccome si parla sempre di diritto di parola, no parlerò di Ramelli e dei martiri di Roma, ma parlerò di Ugo Venturini, che morì perché difendeva la presenza di Almirante a un palco, che non volevano far parlare, fu ucciso dal lancio di una bottiglia, nessuno a destra invece ha mai sostenuto che gli altri non dovevano parlare, noi volevamo confrontarci”.
E la sinistra? “Ha paura di noi, delle nostre idee…”, è la sintesi che scatena altri applausi e una standing ovation.

Il video del pomeriggio di “Fenix” con l’intervista a La Russa

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