Ignazio Marino esce di scena

Un fallimento da non ripetere 

Il Sindaco della capitale esce di scena accompagnato da uno strascico di polemiche velenose e scontrini sospetti, ma senza colpa se non quella di non aver, forse, avuto i nervi saldi per governare la città più ingovernabile d’Italia. Al suo posto viene nominato commissario, il Prefetto di Milano, città che secondo quanto sostiene il capo dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha gli anticorpi contro la corruzione, quasi a voler contrapporre il successo dell’Expo al possibile rischio di insuccesso del Giubileo. Questo esito avvilente per la stessa democrazia, ha il suo fondamento preciso nelle primarie del Pd. Uno strumento che avrebbe dovuto garantire agli elettori il diritto a scegliere, è servito sovente a coprire operazioni di bieco potere interno. Anche la sua candidatura a primo cittadino di Roma, va ascritta a questo meccanismo. Addirittura la sua elezione fu salutata come” Primo primo sindaco a Roma libero dai partiti”, come egli stesso si definiva. si aggancia al Pd attraverso un politico di razza del calibro di Massimo D’Alema . Da parlamentare si candida alla segreteria del partito. Sconfitto scende in campo e si candida per diventare sindaco della capitale. Alle primarie, stante l’assenza di Nicola Zingaretti eletto governatore della Regione Lazio, lui sbaraglia i suoi contendenti , tanto Sassoli che Gentiloni( attuale Min. degli Esteri): questo grazie alla guida ed alla sapiente regia del solito Goffredo Bettini. Ma ben presto, dopo i primi infortuni, il suo sponsor lo scaricherà, a conferma che questa vicenda celebra il fallimento definitiva delle primarie. Poi arriverà ‘Mafia Capitale’ che darà la spallata finale all’era Marino, ed infine è cronaca degli ultimi giorni, il caso degli sontrini, che lo inducono alle dimissioni. a questo punto il Pd non può che prendere atto, non gli resta che assumersi la responsabilità di scegliere la persona giusta senza ricorrere alla solita maschera che nasconde manovre di corridoio. Quantomeno nel rispetto degli elettori e dei cittadini di Roma.

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