Il 10 dicembre la scuola si ferma in tutta Italia, il 16 dicembre sciopero generale

Nel mirino dei lavoratori della scuola questa volta c’è la Manovra 2022, troppo carente, dicono i sindacati, riguardo ai compensi e alle stabilizzazioni degli insegnanti

“Adesso basta, la scuola si ribella”: è questo il titolo che accompagna la campagna informativa per il nuovo sciopero proclamato dai sindacati. Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda e Snals – partecipa anche Anief ma in forma separata – hanno annunciato una nuova giornata di agitazione sindacale per protesta contro il presunto immobilismo del governo in materia di istruzione.

Nel mirino dei lavoratori della scuola questa volta c’è la Manovra 2022: una Legge di Bilancio che porta in dote 33 miliardi, ma che destina “solo” lo 0,6% al fondo che dovrebbe premiare la professionalità dei docenti. Una percentuale che i sindacati trovano “inadeguata” rispetto all’”effettiva necessità di rendere merito al lavoro della classe insegnante” attaccano.

Poi c’è la questione degli aumenti: 87 euro in più in busta paga, cifra che le sigle sindacali bollano come “decisamente troppi pochi” (tutti gli aumenti per gli insegnanti con i nuovi importi li trovate qui). 350 euro, poi, è la differenza attuale tra la Pubblica amministrazione e il personale scolastico.

Altro tema caldo l’organico Covid, su cui il Governo avrebbe “fatto ben poco”: 300 milioni sono stati trovati per gli insegnanti, ma zero risorse, invece, per il personale Ata, spiegano Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda e Snals.

Cosa chiedono i sindacati con lo sciopero

Cosa fare dunque? “Serve dare stabilità al lavoro di migliaia di precari valorizzando di più il lavoro che si fa in classe. Aumento dei posti dei collaboratori scolastici, presidi sanitari e sistemi di sanificazione nelle scuole. E poi basta con le reggenze, un dirigente e un Dsga per ogni scuola” lamentano i sindacati.

Secondo le confederazioni le misure che servono immediatamente sono:

concorso Dsga Facenti Funzioni anche se privi del titolo di studio

riduzione del numero di alunni per classe

abolizione dei vincoli sui trasferimenti del personale

fine delle incursioni legislative in materia di contratto

snellimento delle procedure e meno burocrazia

rispetto degli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali nel Patto per la Scuola

risorse per un aumento salariale a 3 cifre nel rinnovo del contratto

proroga dei contratti Covid anche per il personale ATA

risorse per la valorizzazione professionale e non per un premio alla “dedizione”

percorsi riservati per la stabilizzazione dei precari con 3 anni di servizio

sblocco della norma di legge del vincolo sulla mobilità per i neo immessi in ruolo dal 2020/21

intervento strutturale sulle classi numerose non a costo zero.

Nuovo sciopero della scuola venerdì 10 dicembre

Il nuovo sciopero della scuola è proclamato per venerdì 10 dicembre. Come sempre le modalità potranno variare da scuola a scuola, e non è detto che tutti gli insegnanti e il personale aderiscano naturalmente, quindi è bene sempre verificare le informazioni presso il proprio istituto di interesse. Ma al momento pare che l’adesione sarà ovunque altissima.

Intanto sale la rabbia delle famiglie, che oltre a tutte le difficoltà legate all’emergenza sanitaria e ai continui “stop&go”, con quarantene e Dad affannate ed estremamente difficoltose (qui tutte le regole Covid appena approvate), ora si trovano a dover anche gestire una nuova sospensione, per di più in una settimana “calda” che ha già un giorno festivo, l’8 dicembre, e a ridosso delle oltre 2 settimane di vacanze di Natale che le attendono.

Ecco nel dettaglio le sigle che aderiscono allo sciopero della scuola di venerdì 10 dicembre:

Flc Cgil, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Federazione Gilda Unams: tutto il personale docente, Ata ed educativo

Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Snals Confsal: personale Dirigente Scolastico

AND: tutto il personale docente ed educativo

Cobas – Comitati di base della scuola: personale docente, educativo ed Ata delle scuole di ogni ordine e grado

Cub Sur: personale docente, Ata, educatore e dirigente, a tempo determinato, indeterminato e con contratto atipico

Fisi: tutto il comparto istruzione e ricerca – settore scuola

Sisa – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente: personale docente, dirigente ed Ata, di ruolo e precario

ANIEF: personale docente, Ata ed educativo a tempo indeterminato e determinato.

C’è poi lo sciopero generale di otto ore del 16 dicembre.  Maurizio Landini ha fatto quello a cui nessun leader della lunga storia della Cgil aveva mai pensato: uno sciopero politico che spacca il sindacato con la Cisl non aderisce. Landini da anni  ha in testa un sindacato politico, di origine marxista ma di esito populista.  Si può ovviamente giudicare un errore la decisione di Cgil e Uil di indire uno sciopero generale per il prossimo ‪16 dicembre per spostare l’asse dell’agenda del Governo Draghi verso il lavoro. L’agenda Draghi non ha, non può avere, come bussola per navigare le travagliate acque pandemiche l’interesse di lavoratrici e lavoratori. E’ inevitabile, data la composizione della maggioranza a suo sostegno e  di riferimento del Presidente del Consiglio. Inoltre, va rilevato che centrosinistra e M5S non considerano la protezione e la valorizzazione del lavoro come missione distintiva e prioritaria. Come sarebbe il Disegno di Legge di Bilancio oggi o il Disegno di Legge Delega per la riforma del fisco, sfornato qualche settimana fa mutilato dalla revisione dei valori catastali, se l’alleanza progressista gli avesse dedicato un decimo dell’impegno politico, mediatico e organizzativo profuso per il DDL Zan? L’indizione dello sciopero generale, al di là delle specifiche ragioni di merito, è un grido di dolore, una richiesta di attenzione politica da un universo del lavoro  umiliato e privo di una rappresentanza politica di riferimento. La realtà è fatta di vicende, soltanto per citare le ultime, come Whirlpool, Embraco, Gianetti ruote, Gkn, SaGa Coffee, Alitalia, di tassisti, ambulanti e balneari minacciati dalle liberalizzazioni, di 3 morti sul lavoro al giorno.

È evidente per la cultura sindacale e la storia di Cgil e Uil che il conflitto aperto con l’indizione dello sciopero generale è finalizzato ad un compromesso: ma un compromesso fondato sull’affermazione della dignità del lavoro. Ad esempio, il Governo potrebbe approvare un Decreto Legge per ridurre i danni sociali da delocalizzazione in una versione un po’ meno annacquata dell’ultima circolata. Potrebbe riservare alla scuola gli investimenti, su docenti e infrastrutture, necessari a riattivare un minimo di mobilità sociale, sempre scarsa in Italia, ma azzerata negli ultimi anni. Potrebbe rivedere al rialzo la spesa pubblica per il Servizio Sanitario Nazionale prevista scendere, in rapporto al Pil, al 6,3% (dato della Nota di Aggiornamento al DEF), ossia al di sotto del misero livello del 2019, da ultimi della classe nella graduatoria dell’eurozona. Infine, ma è la questione più urgente, il Governo potrebbe prospettare a tutte le rappresentanze sindacali un intervento con risorse adeguate per proteggere le famiglie più in difficoltà dal caro bollette. Le risorse finora recuperate sono insufficienti. E’ necessaria una dote una tantum di 7-8 miliardi di euro, per il 2022. Potrebbe essere finanziata, come gli altri interventi anti Covid degli ultimi 22 mesi, con uno scostamento di bilancio ad hoc da approvare al più presto.

C’è poi il punto di vista di un sindacato che si candida a fare l’opposizione a  Mario Draghi che guida, dal loro punto di vista,  un governo di destra per la sua natura istituzionale, tecnica, anti-populista.

La Cgil di Landini s’immagina di poter ricavare con lo sciopero  quello spazio politico che nei posti di lavoro ha perso da tempo.  La Cgil, al tempo di Cofferati, un ventennio fa, tentò di farsi soggetto politico e non vi riuscì. Ci ha riprovato sempre Landini da segretario della Fiom, la tradizionale punta di diamante del sindacato duro e puro, quando mise su una pasticciata iniziativa tutta politicista con gruppi vari che formavano la “Coalizione sociale”.

Ora il numero uno della Cgil si è inventato per il 16 dicembre uno sciopero generale di otto ore, cioè il massimo livello della protesta, contro una legge di Bilancio del governo Draghi che come tutte le Finanziarie, come si chiamavano fino a pochi anni fa, presentano incertezze e insufficienze. Questa di Draghi però è forse la migliore legge di Bilancio che nelle condizioni date di un Paese in piena difficoltà si poteva avere, si tagliano un po’ di tasse, si investe soprattutto sulla salute. È una legge che non cambia il volto dell’Italia, ma non era questa la sua funzione affidata invece alle riforme strutturali che si spera arrivino l’anno prossimo. Ma non è certo una manovra di classe, per i ricchi, non è la macelleria sociale della destra classica, anzi. Draghi vuole rivedere la Fornero insieme ai sindacati ma intanto due su tre di quelli gli scioperano contro.

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