Nel dicembre di un secolo fa si concludeva un’avventura irripetibile. Quanto accadeva a #Fiume riecheggiava in una Dalmazia in attesa di ricongiungersi all’Italia: ‘storie nella storia’ ancora tutte da raccontare. Sabato 19, dalle ore 18, in diretta dalla pagina dell’Associazione Nazionale Dalmata, un convegno virtuale chiuderà le celebrazioni del #Centenario illuminando, grazie alla luce delle stelle del Carnaro, i volti beffardi dei leopardi della bandiera dalmata.
Introduzione storica a cura del Prof. Marco Cimmino. Relatori: Prof. Alessandro Masi (Segretario Generale Società Dante Alighieri), Carla Isabella Elena Cace (Presidente AND), On. Renzo de’ Vidovich (Pres. Fondazione Rustia Traine), Gabriele Marconi (autore del romanzo “Le stelle danzanti”), Emanuele Merlino (Presidente Comitato 10 Febbraio e curatore de “La sola ragione di vivere”, Orlando Donfrancesco (autore de “Sulla cima del mondo”, anticiperà per noi alcuni passi di un suo inedito sul “Natale di sangue”).
Con l’impresa di Fiume D’Annunzio realizzerà i suoi ideali visto che nel 1919, in opposizione al trattato di Versailles che negava la città di Fiume all’Italia, D’Annunzio ne fece una città libera, nel senso più vasto del termine. In collaborazione con il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris, D’Annunzio redasse la famosa Costituzione di Fiume o Carta del Carnaro.
La Carta del Carnaro fu un documento dell’epoca che prevedeva libertà di associazione, libertà di divorziare, libertà religiosa e di coscienza, proibiva i discriminatori crocifissi nei luoghi pubblici, assicurava assistenza ai disoccupati e ai non abbienti, garantiva la promozione di referendum, promuoveva la scuola pubblica, garantiva risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario, inviolabilità del domicilio e altro ancora che non furono garantiti nemmeno dalla Costituzione della Repubblica italiana fondata nel 1948.
La Carta era fondata da spiriti rivoluzionari, non servi dei partiti e delle ideologie che, legate al potere, possono rendere gli uomini schiavi. Parlando di imposizioni restrittive della libertà dei cittadini mi viene da pensare alle logiche politiche dell’odierno governo che promuove, in tempi di pandemia, logiche coercitive utili esclusivamente all’autoconservazione del loro potere decisionale, senza se e senza ma.
La bandiera del Carnaro raffigurava un uroboro – un serpente che si morde la coda – antico simbolo esoterico e gnostico a rappresentare la natura ciclica delle cose, simbolo di immortalità, con al centro le sette stelle dell’Orsa maggiore.
L’impresa unica della storia di Fiume fu soffocata dall’imperialismo internazionale e dal Governo italiano di Giovanni Giolitti che, nel 1920, inviò le truppe italiane a cannoneggiare la città e i legionari.
Nel suo ‘Manuale del Rivoluzionario’, ad esempio, D’Annunzio lancia invettive ai governanti dell’Europa e del mondo di ieri, non dissimili da quelli di oggi. Se osserviamo oggi la geopolitica mondiale, europea, i flussi di migranti che approdano sulle nostre coste, costretti a emigrare a causa di una crisi voluta dai Governi e dal sistema economico-monetario: ‘In tutta Europa, in tutto il mondo, il potere politico è al servizio dell’alta banca meticcia, è sottomesso alle impostazioni ignobili dei rubatori e dei frodatori costituiti in consorzi legali. Neppure nel peggior tempo dei barbareschi e dei negrieri le genti furono mercanteggiate con così fredda crudeltà. Le nazioni sono cose da mercato. La vita pubblica non è se non un baratto immondo esercitato nel cerchio delle istituzioni e delle leggi esauste. Fino a quando ?’.
Roberto Cristiano