Ricorre oggi l’anniversario della morte di Italo Calvino, a pochi giorni dalla scomparsa dello scrittore Daniele Del Giudice, da molti considerato suo erede.
Italo Calvino è stato uno dei principali volti del Novecento, un intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale.
Durante un’intervista con Antonio Senigaglia (“Italo Calvino: le età dell’uomo”, RaiUno, 27 maggio 1981), Calvino affida ai suoi lettori dei talismani per affrontare gli anni 2000.
Consigliava di imparare poesie a memoria perché “quelle fanno compagnia, uno se le ripete mentalmente” e di potenziare e sviluppare la memoria, anche facendo dei calcoli a mano.
Riteneva fondamentale combattere l’astrattezza del linguaggio imposto (il cosiddetto burocratese, che Calvino definiva “antilingua”) e invitava a godere delle cose che si posseggono con la consapevolezza che da un momento all’altro possono sparire in una nuvola di fumo.
Ancora nella stessa intervista, lo scrittore operava una riflessione sulla politica. “Penso che la politica si farà sempre di più amministrazione. Tutto sommato forse la politica diventerà sempre meno interessante”.