People gather in St. John at the Lateran Square for a demonstration of the "Sardines", an Italian grass-roots movement against right-wing populism, in central Rome, Saturday, Dec. 14, 2019. (ANSA/AP Photo/Gregorio Borgia) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.]

Il 2020 è l’anno della verità per le Sardine: sarà un successo o sarà un bluff?

Il 2020 sarà l’anno della verità per le Sardine. Il Movimento nato alla fine del 2019 si è ritagliato un posto al sole nello scenario politico italiano nonostante continui a difendere strenuamente la sua indipendenza.

Sull’onda delle prossime elezioni regionali, le Sardine sono riuscite a richiamare in piazza centinaia di migliaia di persone che hanno deciso di manifestare il proprio dissenso per la politica di Matteo Salvini. L’anti-salvinismo è stato il collante del Movimento, ma per potersi evolvere servirà altro.

 I padri fondatori delle Sardine si sono detti disposti a incontrare il premier Giuseppe Conte. Dal punto di vista ideologico si pongono senza ombra di dubbio a sinistra, resta da capire quanto moderata. La manifestazione del 14 dicembre a piazza san Giovanni (Roma) ha rappresentato il momento più alto della breve storia del Movimento. Il primo punto di svolta che ha spinto le Sardine a fare una riflessione sul futuro.

 Nel 2020 le Sardine dovranno fare una scelta esistenziale: accettare il corteggiamento della politica o restarne fuori. Nel secondo caso la sfida è meno facile di quanto si possa immaginare. Si dovrà infatti dare una forma e una voce unica a quelle migliaia di persone che scendono in piazza per motivi differenti, per le loro battaglie personali, per la propria visione del mondo. Che spesso resta unica. Per sopravvivere ai mutamenti serve un coordinamento dall’alto, una sorta di selezione che rischia di avere ripercussioni sulle adesioni di massa registrate fino a questo momento. È facile a questo punto intuire come le Sardine corrano il rischio concreto di estinguersi nel caso in cui non riescano a dare una forma al malcontento che lo ha reso grande.

Da citare che le Sardine, attraverso il portavoce,  il 28enne Lorenzo Donnoli, ha parlato, con riferimento al discorso di fine anno del Capo dello Stato, lo ha trovato ‘davvero bello, condivisibile in tutto. Verrebbe da dire, senza essere irriverenti, un discorso da sardina. Nel senso che ci riconosciamo nelle sue parole, ci sentiamo sentinelle del buonsenso e dei valori democratici nelle piazze come Mattarella lo è nelle istituzioni’.  Santori e le Sardine  soci ammettono di voler ‘avere più voce in capitolo. Ma è anche vero che la responsabilità ce la dobbiamo prendere da soli. Mattarella – spiega Donnoli – ha ragione quando dice che possiamo avere uno sguardo più globale‘.

 Sardine,  in pratica,   si sentono al centro del discorso del Capo dello Stato. E del mondo. ‘Siamo la generazione Erasmus, io l’ho fatto in Spagna e durante gli studi ho vissuto a Londra e in Australia. Questa è la nostra generazione. Ho deciso di tornare in Italia per risvegliare nuove energie. Il tentativo di riprenderci il futuro va fatto, altrimenti la diamo vinta ai truffatori’.

Di certo il  loro copione, ormai rodato, a nulla sarà utile senza un coordinamento strategico che possa dare alle loro iniziative  un reale contenuto politico che, senza ombra di dubbio, fino ad oggi sono molto social, ma nulla di più.

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