Il 22 novembre, ore 21, all’Osteria delle Dame a Bologna, presentazione libro “Fra la via Emilia e il West – Francesco Guccini: le radici, i luoghi, la poetica”

Venerdì 22 novembre, alle ore 21, all’Osteria delle Dame a Bologna (vicolo delle Dame, 2) ci sarà la presentazione del nuovo libro “Fra la via Emilia e il West – Francesco Guccini: le radici, i luoghi, la poetica” (Hoepli) alla presenza dell’autore Paolo Talanca con l’introduzione del direttore della linea editoriale dedicata alla musica di Hoepli Ezio Guaitamacchi e gli interventi musicali della cantautrice Andrea Mirò.

Francesco Guccini è uno dei principali rappresentanti della canzone d’autore italiana: ha sempre scritto assecondando la propria necessità creativa più che le esigenze del mercato discografico. Cantautore di culto, è diventato un punto di riferimento della cultura italiana soprattutto per via dell’aderenza totale tra la sua vita, le proprie scelte e le proprie canzoni, tanto che ci sono pochi dubbi, oggi, nell’inserire le sue opere nel novero della letteratura del Novecento.

L’Osteria delle Dame è luogo simbolo per la poetica di Francesco Guccini. Inaugurata nel 1970 proprio dal cantautore e da lui gestita per diversi anni, è stato luogo cruciale per la canzone d’autore italiana, da cui sono passati tutti i principali cantautori. Quel clima, quegli incontri, le esibizioni alla chitarra, anche cabarettistiche con taglio ironico e dissacrante, sono alla base dello stile e dei temi del canzoniere gucciniano, e sono stati raccontati minuziosamente nel libro. Tutto è passato da lì.

Tramite il percorso Pàvana-Modena-Bologna-Pàvana, il libro rintraccia i luoghi fondamentali della sua vita, i ricordi, gli aneddoti e le letture amate che costituiscono riferimenti essenziali della sua poetica. Dagli esordi del beat, con brani simbolo per un’intera generazione come “Dio è morto” o “Auschwitz”, passando per la stagione d’oro dei cantautori, quegli anni Settanta in cui è stato un riferimento cruciale grazie a canzoni come “La locomotiva” o “Eskimo”, o più intimi come “Incontro” o “Amerigo”.

Il modo poi in cui ha cantato gli anni Ottanta, con un rinnovamento musicale che ha saputo strutturare maggiormente il proprio stile, in un decennio segnato dal maestoso concerto del 1984 in Piazza Maggiore a Bologna, da cui questo libro ha preso in prestito il nome. Fino agli anni Novanta, di rabbia e d’amore, che attraverso il brano “Addio” prefigurano la scia che porta a “L’Ultima Thule” e ai giorni nostri.

Paolo Talanca è critico musicale, insegnante e saggista. Scrive per Il Fatto Quotidiano e ha all’attivo diverse collaborazioni con le più prestigiose rassegne musicali italiane. Si occupa di formazione docenti, con lo scopo di inserire la canzone d’autore nelle materie scolastiche e ha scritto diversi libri sulla musica di qualità, compreso un manuale sul “Canone dei cantautori” che scaturisce dal suo Dottorato di ricerca in Letteratura italiana. Direttore artistico dell’Osteria delle Dame di Bologna alla sua recente riapertura, è borsista all’università di Siena per un progetto dal titolo “La ricezione dell’opera di Fabrizio De André”, nato in collaborazione con il Centro Studi e la Fondazione De André.

  

 

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