Una scoperta che sconvolge la scienza: il batterio della lebbra, una volta infettato il corpo, si è rivelato in grado di far crescere nuovo tessuto epatico.
Ad oggi il fenomeno è stato osservato sugli armadilli, ma se fosse confermato anche sull’uomo rivoluzionerebbe la medicina: il fegato degli armadilli contagiati è cresciuto sino a diventare un terzo più grande, mantenendo però inalterata la sua funzionalità.
Il fegato può “ringiovanire”
Per il biologo Anura Rambukkana (autore dello studio e impiegato presso il Centro di Medicina Rigenerativa MRC all’Università di Edimburgo) tutto ciò prende il nome di alchemia biologica: in poche parole, il batterio riprogramma e ringiovanisce le cellule infettate, riconducendole ad uno stato di potenzialità maggiori proprio come avviene per le staminali.
L’esperimento ha dell’incredibile
Il team capitanato dal dott. Rambukkana ha infettato 9 armadilli col patogeno della lebbra. Il batterio non solo ha riportato il fegato degli animali ad uno stato di immaturità cellulare (come quello visibile nello sviluppo fetale) ma lo ha fatto sviluppare di un terzo rispetto alle condizioni originarie, mantenendo intatte struttura anatomica e funzioni senza alcun tipo di degenerazione patologica.
Potremmo salvarci grazie agli armadilli
Mai come ora si rendono necessarie ulteriori ricerche ed esperimenti. L’obiettivo è quello di sfruttare il fenomeno che ha interessato gli armadilli oggetto di studio per indurre la rigenerazione del fegato in persone affette da malattie epatiche.