Le opposizioni prima di partire per le vacanze hanno stabilito che l’alleanza extralarge per battere le destre non ci sarà. Avs e 5Stelle sono stati chiari stabilendo che non vogliono Matteo Renzi tra i piedi. “La politica non è una partita di calcio, per di più di beneficenza…”, afferma in Transatlantico Nicola Fratoianni: ‘Renzi, fa perdere più voti di quanti ne porta’.
Renzi, a sua volta, fa un semplice ragionamento aritmetico: con il centrosinistra diviso dai veti la Meloni tornerà a vincere. L’ex premier è disposto a fare passi indietro, su La 7, intervistato da Luca Telese, fa capire che il Jobs Act non è più un tema all’ordine del giorno. Poi ricorda che è stata la Schlein in un’intervista a Repubblica dopo il voto ad auspicare l’allargamento della coalizione, “non servono veti ma voti”, a chi non sta con la premier. Matteo Renzi, con il suo 2% si sente l’ago della bilancia.
Il vertice a Montecitorio non risolve l’impasse. Presenti oltre alla Schlein, i leader di Avs e dei 5Stelle. Convitato di pietra Matteo Renzi. Il tema è costruire e rafforzare un cartello per battere le destre, la sostanza, invece, è la bocciatura di Matteo da parte di due su tre partiti. Anche se per Conte il problema più urgente è la Costituente dopo la Caporetto elettorale per raccogliere i cocci del movimento diviso tra i fedelissimi e i grillini della prima ora che smaniano per defenestrarlo.
Top secret sugli incontri ma è chiaro che la federazione parte in salita e che il ruolo di leader della segretaria dem è tutt’altro che scontato. Il suo secondo alleato per consensi prima di pensare al campo largo deve cercare di stemperare le tensioni all’interno. Non a caso l’ex avvocato del popolo continua a ripetere “prima dobbiamo concludere il nostro percorso verso la Costituente, poi si potrà affrontare il tema”. Glissa invece sul passaggio di Antonio Trevisi a Forza Italia e tace sulla lettera firmata da 11 ex parlamentari in difesa di Beppe Grillo, meglio pensare alle vacanze.