Il sindaco di Milano Giuseppe Sala al teatro Leonardo in occasione dell'incontro pubblico "Piazza Grande" a sostegno della candidatura a segretario del Pd di Nicola Zingaretti, Milano, 12 gennaio 2019. ANSA / MATTEO BAZZI

Il  campo largo del  centrosinistra non sfonda e non conquista Sala

‘A sinistra sognano il campo largo per tentare il ritorno al potere, eppure il desiderio dell’ammucchiata progressista è al contempo accompagnato da una chiara consapevolezza: al momento, l’ipotetica alleanza sarebbe carente di elementi moderati e riformisti. Caratteristica che la renderebbe indigesta a un’ampia fetta di elettori e di potenziali aderenti’, è il punto di vista  del sindaco di Milano Beppe Sala, che a margine dell’evento L’Europa che vogliamo – organizzato dai bonacciniani – ha chiuso la porta a un proprio ruolo da federatore.

“Io federatore del campo largo? È troppo difficile, e il campo largo a oggi fa fatica a esistere nel centrosinistra”, ha affermato Sala, tirando una picconata al progetto politico caldeggiato  da Elly Schlein e Giuseppe Conte: “Ogni tanto ne parlo coi colleghi del centrodestra, alla fine la differenza e un po’ la loro fortuna è che hanno Forza Italia anche se non pesa tantissimo, ne garantisce una tenuta sul centro e sulla parte moderata, cosa che in questo momento manca a noi e i conti sono presto fatti.  Per questo bisogna guardare con attenzione alla formazione di forze nuove, in realtà in teoria potrebbero esserci, però vediamo quanto fanno fatica a coesistere in un campo di sinistra”.

Elly Schlein, che oggi esalta il modello sardo come esempio di possibile coalizione vincente, anche se il modello sardo sia  un’alleanza guidata dai Cinque Stelle, e non dal Pd, nella quale le forze centriste e riformiste sono state di fatto escluse dai giochi. La sola ipotesi di una riproposizione di quel paradigma a livello nazionale fa accapponare la pelle anche a molti moderati di sinistra che ancora oggi guardano la corrispondenza di amorosi sensi con i pentastellati con estremo sospetto. E che vorrebbero un centrosinistra differente da quello della Schlein.

“Abbiamo bisogno tanto dei Cinquestelle quanto delle forze moderate per un centrosinistra plurale”, ha commentato Stefano Bonaccini nel corso dell’evento milanese, mandando un messaggio abbastanza chiaro alla segretaria Pd: l’alleanza coi grillini “non basta”.

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