La sinistra ha fatto passare una vittoria risicata in Sardegna per un quasi ribaltone delle elezioni politiche del 2022 e ora che ha perso in Abruzzo si nasconde dietro una serie di scusanti, affermando che sì è perso, ma non così tanto, non è il caso di esagerare.
Repubblica con il fondo di Francesco Bei si rallegra perché la sinistra avrebbe scoperto che le regioni governate dalla destra sono “contendibili”. Per il Domani a frenare il campo largo sarebbe stata l’astensione. Jasmine Cristallo scrive: “Questi dati ci dicono che il populismo perde, il sovranismo pure e trionfa la politica che è governo della complessità. La ‘cura’ Schlein funziona e testimonia la credibilità della leadership della segretaria che ha condotto una generosissima campagna di prossimità e ristabilito connessioni sentimentali. Il vento è cambiato, eccome”, conclude Cristallo.
Schlein ripete un ritornello smentito da Marco Marsilio in conferenza stampa. “Fino a qualche settimana fa – dice Schlein – l’Abruzzo era dato per perso senza discussioni, il presidente uscente di Fratelli d’Italia partiva con un vantaggio di 20 punti nei sondaggi. E invece unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita e ridotto quello scarto in modo significativo, ma non ancora sufficiente”. Il governatore dell’Abruzzo riconfermato dice invece chiaramente che questa dei 20 punti è una frottola: “I sondaggi a giugno dicevano che ci poteva essere un testa a testa“.
Romano Prodi incoraggia i contadini del campo largo a non buttarsi giù: “Per coltivare un campo largo ci vogliono tanti contadini. I contadini sono aumentati, parecchio, i nostri, ma non sono ancora abbastanza. Il campo largo va coltivato ancora ed è importantissimo che cresca come sta crescendo adesso, è una buona seminagione”. Il voto “poteva andare meglio, ma l’Abruzzo è l’Abruzzo, poi se vogliamo guardare dentro al campo largo nel Pd le cose sono andate molto bene, ma non basta, certamente non basta”.
Lo segue l’esponente abruzzese del Pd Stefania Pezzopane: secondo lei il campo largo ha funzionato benissimo, se ha perso è solo perché la destra ha messo in campo il suo sistema di potere.
Calenda su X si sfoga: “Parlare ad ogni elezione di “vento che cambia” è un clamoroso autogol. Le elezioni in #Abruzzo confermano che l’elettorato di opinione non va a votare alle regionali”. Il campo largo è rinnegato e maledetto: “Tralascio ogni commento relativo ai fantomatici campi larghi che non esistevano prima e non sarebbero esistiti neppure nel caso di una vittoria in Abruzzo”.
Per Stefano Bonaccini tutto ottimo, tutto meraviglioso, tutto ha funzionato benissimo. Infatti – commenta – il Pd è tornato sopra il 20 per cento.
Il tema della solidità delle coalizioni, dell’autenticità delle alleanze basate su valori e progetti condivisi e non su meri cartelli elettorali contro qualcuno, è stato affrontato anche dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani: “Gli abruzzesi, accordandoci ancora la loro fiducia, hanno dimostrato che le alleanze, le coalizioni, i campi larghi o larghissimi non possono essere costruiti a tavolino, ma devono basarsi su valori e visioni comuni”, aggiungendo che “hanno provato a enfatizzare lo scontro come se fosse un referendum su Giorgia Meloni e sul governo e ne sono usciti malconci. La coalizione incrementa i voti rispetto alle elezioni del 2019 ed è più unita e solida che mai, sia a livello nazionale che a livello locale”.
“Non importa quanto un campo sia largo, quello che conta è che quel campo sia coeso“. In un video postato sui propri social Giorgia Meloni ha ribadito le congratulazioni a Marco Marsilio, “primo presidente della Regione Abruzzo ad essere riconfermato dai cittadini per un secondo mandato”, e il “ringraziamento a tutto il centrodestra che è stato premiato per il buon governo di questi anni”. Lo ha fatto sottolineando la natura di vera coalizione dell’alleanza, che anche in questo frangente ha dimostrato di avere “un’idea chiara da raccontare e da costruire per i cittadini. E noi – ha assicurato il premier – faremo tutto quel che possiamo per non deludere le aspettative dell’Abruzzo che ripone grande fiducia in noi: grazie Abruzzo”.
Questa tornata d’Abruzzo assegna non solo un vincitore – presidente e giunta uscenti, per la prima volta confermati – ma anche un messaggio denso di corollari: il destra-centro è più che vivo e lotta insieme. Sia nel suo impianto territoriale che nella sua proiezione nazionale. Chi ne esce con tutte le ossa rotte è il campo largo: o campo “flop” che è meglio.
A vincere, infatti, è stato prima di tutto il modello Marsilio: impasto di concretezza, programmazione, infrastrutture e rilancio in grande stile della vocazione industriosa e turistica delle aree interne. Con Marco Marsilio, poi, ha vinto tutto il centrodestra: dimostrando in scala abruzzese quella vitalità, quella compattezza e quella forza che in chiave nazionale rappresenta il combinato vincente.
Giorgia Meloni che ha eletto questa terra – sconvolta dalla furia del terremoto – come simbolo della rinascita nazionale. Scelta compiuta in tempi non sospetti: partendo nel 2017 proprio da L’Aquila, con l’indicazione di un sindaco molto amato e confermato come Pierluigi Biondi, e facendo della conquista della Regione una prima prova fondamentale per il salto di qualità suo e di tutta la “generazione” che rappresenta.
Non è stato sufficiente per Giuseppe Conte portare per le contrade marsicane la nuova Madonna pellegrina, Alessandra Todde; e per Elly Schlein fare lo stesso con il talismano Pierluigi Bersani. Il motivo è semplice: agli abruzzesi – che ricordano bene le gestioni del passato targate Pd – delle alchimie giallo-rosse non gliene poteva importare di meno. A maggior ragione nella sua versione extralarge che ha assunto le sembianze di una saga maldestra e tragicomica: con la gara ad ostacoli, ossia ad evitarsi, fra piddini e grillini, fra Renzi e Calenda ed entrambi contro la coppia Bonelli-Fratoianni. Adesso il percorso per i giallorossi si torna a complicare maledettamente: una volta compreso che il campo largo non fa miracoli, sarà difficile a questo punto comporre l’alleanza in Basilicata data la strettissima vicinanza con le Europee, dove l’Opa di Conte sulla leadership di Elly Schlein si farà ossessiva.
La coalizione di governo ha ottenuto un importantissimo segnale di fiducia: che certifica come la luna di miele con gli italiani è tutt’altro che finita. Nessun rilassamento, però: l’opposizione, per quanto sgangherata, non va sottovalutata ma soprattutto è necessario rimboccarsi le maniche davanti alla “stanchezza” dell’opinione pubblica per la crisi internazionale e il costo sociale di due guerre dietro le porte. Per le opposizioni, invece, è un durissimo risveglio nonché uno stop definitivo all’illusione della spallata. Le realtà politica della Sardegna è montata sul nulla, visto che gli elettori non si sono fatti abbindolare. In pratica non sta cambiando il vento a sinistra, visto che non c’è nessun tipo di vento. Aria calma e acqua impantanata.