Nel Pd il partito dei sindaci è in rivolta. Il dibattito sulla riforma dei reati amministrativi contrappone i sindaci al Nazareno dove Elly Schlein rimane contraria a qualsiasi apertura. Il primo ad opporsi è il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: ‘Sono tra quelli che hanno apprezzato l’iniziativa di Nordio e criticato l’ottusità e l’ipocrisia del Pd che per parecchio tempo ha avuto la responsabilità del ministero della Giustizia e non ha fatto nulla sull’abuso di ufficio. Doveva essere modificato da tempo, ci sono stati magistrati come Cantone che avevano avanzato ipotesi di modifica ma nessuno ha fatto nulla, la cancellazione è l’unico modo per una discussione seria. Il vizio di origine dell’abuso di ufficio è che si trasferisce una materia amministrativa sul piano penale. Bene ha fatto Nordio a toglierlo di mezzo. Tra quelli che non hanno diritto a parlare ci sono i dirigenti del Pd che non hanno mosso un dito quando la legge Severino ha introdotto una disparità vergognosa tra i cittadini’.
Anche il sindaco di Cento (Ferrara), il dem Edoardo Accorsi, manifesta il suo disappunto parlando con Il Riformista: ‘La linea che ha tenuto Anci dovrebbe guidare le decisioni anche nel nostro partito. C’è una linea di demarcazione tra chi fa solo politica e chi è impegnato sul terreno amministrativo. Noi sindaci abbiamo una visione di real politik, dettata dall’esigenza di lavorare tra mille paletti tutti i giorni. Il timore della firma esiste, dunque occorre una riflessione di buon senso che chiediamo alla segretaria di valutare’.
L’obiettivo della Schlein ‘di piazza’ è uno solo: tessere la tela del nuovo campo largo. Un’alleanza scarsa numericamente e disfunzionale politicamente. Le manifestazioni di piazza, a rimorchio del Movimento 5 Stelle, sono diventate il pane quotidiano per Elly Schlein. Vite precarie, sanità pubblica, manifestazioni targate Cgil, salario minimo e difesa dei diritti Lgbtq. Ogni occasione è buona per assecondare Giuseppe Conte e il suo movimento massimalista a cinque stelle. L’obiettivo della Schlein ‘di piazza’ è uno solo: tessere la tela del nuovo campo largo. Un’alleanza scarsa numericamente e disfunzionale politicamente. Alessandra Ghisleri, nota sondaggista, non ha dubbi: ‘Il problema è che le piazze di Schlein e Conte sono quasi sovrapponibili’.
Elly Schlein prova a inseguire il Movimento, Giuseppe Conte si allontana e marca le differenze tra i due partiti. L’elettorato a cui si rivolgono però è lo stesso, con pochissime e lievi differenze. Le istanze, massimaliste e radicali, sono le medesime. Le piattaforme politiche sono convergenti. E il risultato è davanti ai nostri occhi: la competizione interna è la diretta conseguenza di quanto detto in precedenza. Necessaria a Giuseppe Conte che prova così a dissanguare il Partito democratico. Funzionale a Elly Schlein che, in questo modo, prova a creare un’identità chiara e precisa di partito. L’ipotesi campo largo, difficile sostenere il contrario, è oramai tramontata. Almeno fino al 2024, anno delle prossime elezioni europee: ‘Ora – sostiene Ghisleri – con le Europee, dato che il voto è proporzionale, Schlein si darà da fare per carpire più voti possibile proprio nell’area sinistra-sinistra’. Per Schlein – spiega la sondaggista – è complicatissimo tenere insieme tutto”. Il problema del Pd, aggiunge, è uno solo: ‘Mentre nel centrodestra si conoscono i perimetri delle alleanze, da loro le maggioranze sono più facilmente modificabili’.
Meloni – certifica Ghisleri – resta apprezzata per la sua spinta a voler fare bene. Rimane un precettore di fiducia trasversale con il 98% dei consensi tra i suoi. E anche Forza Italia, dopo la drammatica uscita di scena del Cavaliere, ha avuto uno slancio elettorale. ‘L’imprinting del partito – assicura la sondaggista – resta quello berlusconiano. Le parole della sondaggista, confortate dai numeri, sgombrano il campo da ogni equivoco. L’alleanza strutturale di centrodestra rimane e viene sostenuta da gran parte degli elettori italiani. Il campo largo, al contrario, è ancora un mistero irrisolto.
‘In assenza di risposte da parte del governo siamo pronti a mettere in campo ogni azione, non escludiamo neanche una, quindi neanche lo sciopero generale che però non risolve tutti i problemi’, così il segretario generale Cgil Maurizio Landini a «Mezz’ora in più». «Una situazione di questo genere non più tollerabile, questa situazione va cambiata, bisogna ribellarsi. Adesso, afferma, bisogna ricostruire la democrazia con una partecipazione dal basso. Il mio compito non è quello di unire la sinistra ma unire il mondo del lavoro e dare una prospettiva ai giovani. La manifestazione per la sanità è solo l’inizio di una mobilitazione che aumenterà. In autunno ci saranno giornate di mobilitazione in Europa di tutti i sindacati. Le nostre manifestazioni sono aperte a tutti, al congresso sono stati invitati sia il presidente del consiglio che tutti i segretari delle forze politiche dell’opposizione’.