Matteo Renzi replica fermamente al presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha posto la necessità che la camera alta fosse composta anche da eletti, dicendo che la necessità, unica e primaria, è quella di superare il bicameralismo perfetto e ridurre contestualmente i costi, con queste parole: “Ho rispetto del Senato, ma dico no al mantenimento dello status quo.”. Per ridurre i parlamentari ed evitare il ping pong delle leggi, semplificando il quadro, facciamo del Senato, come in tanti Paesi, il luogo dove siedono, senza indennità, sindaci e presidenti di Regione. Ovvero, trasformare il Senato in Camera delle autonomie. Pietro Grasso in realtà ha proposto una alternativa, ovvero di abolire il bicameralismo, ma non il Senato. Attribuendo quindi solo alla Camera dei Deputati il potere di votare la fiducia al governo ed occuparsi solo delle materie politiche, economiche e sociali più importanti. In realtà Renzi ha il sostegno dei cittadini che al 60% approvano l’abolizione delle Province e la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie. Da questo punto di vista è facile prevedere che il premier proseguirà senza rallentare sulla strada delle riforme, che sono anche il presupposto per poter chiedere agli imprenditori internazionali di tornare a investire in Italia. Italia riformata ed anche in grado di creare lavoro. Il premier vuole anche creare garanzie per chi non le ha, come ad esempio le lavoratrici precarie che diventano mamme, attraverso il ddl delega sul lavoro che ha lo scopo di fornire garanzie a tutti. Infatti dice:”Paradossalmente per creare lavoro bisogna rimettere innanzitutto a posto le regole istituzionali: superare il Senato, eliminare i politici dalle province e l’autentica vergogna delle rimborsopoli delle Regioni cui metteremo un freno per sempre.”. Se non si fa la riforma del Senato non ha senso che gente come me stia al governo: ci giochiamo la faccia e tutto il resto, ha sottolineato. Su questa cosa non mollo di mezzo centimetro e vado diritto. Voglio che anche chi non ci crede ed è sfiduciato possa vedere che stavolta il risultato lo otteniamo. Provo curiosità, continua, perché voglio vedere se davvero i parlamentari del mio partito non vogliono votarlo. Il ddl costituzionale sul Senato l’ho portato alle primarie ed è stata votata dai nostri elettori. E’ stata poi vagliata due volte dalla direzione del Pd. Non è che il Parlamento sia un passacarte, può ragionare e discuter il ddl costituzionale del governo. Ma i paletti fondamentali sono che i senatori non prendano indennità, che siano perciò presidenti di Regione e sindaci che fanno altre cose, e che non votino più la fiducia e il bilancio. Che il Senato non sia eletto, perché in Italia abbiamo il numero di politici più alto d’Europa ed anche l’America ha la metà dei parlamentari italiani. Sono trent’anni che ci sono commissioni, superprofessoroni che discutono di riforma del bicameralismo. Tutta roba interessantissima. Ma il punto è che gli italiani in questi anni hanno fatto un sacco di sacrifici ma hanno visto crescere il debito pubblico perché i politici di Roma, del livello nazionale, i sacrifici non li hanno fatti. Allora si tratta semplicemente di iniziare a invertire la rotta.
Roberto Cristiano