“Quello che sta emergendo sui rapporti tra Il Giornale e gli “spioni” di Equalize ha contorni obiettivamente inquietanti. Per questo valuteremo la presentazione di una interrogazione parlamentare anche alla luce di quanto emerge dall’informativa dei carabinieri di Varese e pubblicato dal giornalista Sigfrido Ranucci sui suoi canali social. Sembrerebbe infatti che soggetti riferibili alla società coinvolta nei casi di dossieraggio su cui indaga la procura di Milano frequentassero la redazione del giornale diretto da Alessandro Sallusti. Ci poniamo allora almeno due domande. La prima: può un giornale finanziato con i soldi pubblici intrattenere rapporti con persone che sarebbero coinvolte in attività di spionaggio, hackeraggio ed accesso abusivo a database? Ma soprattutto: è normale che quello stesso giornale stia mettendo da giorni in piedi una poderosa macchina del fango contro Report, sistematicamente alimentata dai parlamentari di Fratelli d’Italia che, insieme a Maurizio Gasparri, hanno il dente avvelenato per le inchieste giornalistiche che li hanno visti coinvolti? In quale Paese europeo un giornale di proprietà di un parlamentare di maggioranza può fare tutto questo senza che nessuno abbia nulla da eccepire?
C’entra qualcosa il fatto che Alessandro Sallusti sia stato legato personalmente ed economicamente a Daniela Santanchè, da mesi oggetto delle attenzioni di Report? Su tutto questo Gasparri e Fratelli d’Italia non hanno nulla da dire? Noi riteniamo doveroso fare piena luce su questi fatti per garantire trasparenza e tutelare il corretto utilizzo delle risorse pubbliche, oltre che la sicurezza delle informazioni”, informa la senatrice M5S Dolores Bevilacqua, membro della commissione di vigilanza Rai.
Il Giornale accusa la trasmissione Report di aver ricevuto “dossier sottobanco” da emissari della società Equalize, finita al centro dell’inchiesta della Procura di Milano. Il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, membro della commissione di Vigilanza Rai, ha presentato un’interrogazione per sapere se la Rai sia a conoscenza di quanto accaduto e quali misure intenda adottare. Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, ospite della trasmissione Mediaset “E’ ancora Cartabianca”, è intervenuto sul caso: “Mi è dispiaciuto Report che se l’è presa con i miei parenti. Con mio padre, che è l’opposto di quello che i signori hanno detto. La persona più limpida che abbia mai conosciuto, che è morto da vent’anni e non può neanche dire: ma che cazzo state dicendo…”.
Tutto è nato dopo la pubblicazione di un articolo sul quotidiano di Sallusti, in cui si legge che l’hacker Nunzio Calamucci, arrestato il 28 ottobre, ha raccontato agli inquirenti di essersi scambiato informazioni con l’inviato Rai Giorgio Mottola. Ricostruzione puntualmente smentita dal diretto interessato: “Leggo con stupore che mi vengono attribuiti rapporti con la società Equalize. Non ho mai incontrato, né conosciuto né avuto contatti con Davide Calamucci o Carmine Gallo”, ha ribadito Mottola.
“Non ho mai ricevuto alcuna informazione né da lui, né da alcun altro dipendente o collaboratore della società Equalize – prosegue l’inviato della trasmissione di Sigfrido Ranucci –. È sufficiente guardare le mie inchieste per rendersi conto che le fonti adoperate, documentali o fisiche, sono sempre state completamente riscontrabili. Ciò che non stupisce è vedere una ricostruzione completamente falsa, su cui nessuno ha chiesto una mia dichiarazione, pubblicata proprio su Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti, coinvolto con la D1 immobiliare nelle vicende del fallimento delle società di Daniela Santanchè, di cui mi sono occupato con un’inchiesta trasmessa appena due settimane fa su Report. Da tempo il malaffare nel nostro Paese è così sfacciato e alla luce del sole che non c’è sicuramente bisogno di spioni per farlo emergere. Report non ha mai usato dossier provenienti da ‘fonti sporche’ per realizzare le sue inchieste e le notizie, quando le ha avute, le ha sempre condivise tutte con il proprio pubblico. Per questa ragione – conclude Mottola –, una volta acquisito il verbale di Calamucci, mi riservo di sporgere querela e/o denuncia nei confronti dei responsabili”.
Ma le parole dell’inviato non bastano a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. “Ci risiamo. Report è di nuovo al centro di uno scandalo inquietante – tuona ancora Gasparri –. Dopo l’aggressione ai danni di Federica Corsini e il richiamo dell’Agcom per il mancato rispetto delle regole durante le elezioni in Liguria, emerge un preoccupante e pericoloso intreccio tra l’attività di dossieraggio degli ‘spioni’ milanesi di Equalize e la trasmissione condotta da Ranucci. Ormai conosciamo bene Ranucci, bugiardo ‘semper et perpetuo’, in costante contrasto con le regole sia morali sia giuridiche. Imbarazzato dall’ultima vicenda che riguarda la sua trasmissione, ammette che il caso è da approfondire. Ranucci non si preoccupi, ci assicureremo che vengano svolte tutte le verifiche necessarie”. Gasparri non usa mezze misure: “Noi non resteremo in silenzio e non permetteremo che nel servizio pubblico televisivo, finanziato con i soldi dei cittadini, vengano trasmesse informazioni ottenute con metodi oscuri e del tutto illegali. Dopo questo nuovo scandalo, la Rai cosa intende fare? Siamo certi che ci saranno iniziative rapide, decise e coraggiose dei vertici dell’azienda per porre fine a questa vergogna”.
“La verità emerge sempre da sola – afferma Ranucci –, mentre le menzogne hanno bisogno di complici. Se gli spioni hanno voglia di parlare di Report perché non confessano che sono stati loro a spiarci, mentre stavamo realizzando una regolare inchiesta sul giro di consulenze che riguardavano un ministro? Gli unici dossier illegali e falsi sono quelli ai danni di Report e del sottoscritto certificati dalla storia. Ricordo che Report è stato sottoposto a un severo audit aziendale e inchieste della magistratura hanno escluso la presenza di dossier ed evidenziato la trasparenza dell’operato dei nostri giornalisti. Tutto il resto è fango. E non ci appartiene”.
La particolarità del Caso Report è che è simile al gioco della fune in cui la verità viene tirata e strattonata da ambo le parti senza che si arrivi stabilmente ad una dimensione veritiera. Di vero, al momento c’è solo, che il conduttore Ranucci, e le sue inchieste, sono non aperte alle scoperte che possono emergere, ma alle scoperte ‘precostituite’, realtà che di certo è già una verità.