Il Cenacolo blasfemo di Macron crea indignazione e sdegno nel mondo cristiano

Il cenacolo di Leonardo in formato drag queen contrassegna i Giochi di Parigi 2024 che  si aprono con una serie di clamorosi scivoloni per la Francia, che mostra tutta la sua vulnerabilità e debolezza ed aumenta i rimpianti per quel no di Virginia Raggi di otto anni fa che privò Roma della possibilità di ospitare la manifestazione sportiva più importante.

Il primo, grande inciampo è stata la rappresentazione in chiave drag queen dell’ultima cena di Cristo e della relativa rappresentazione di Leonardo (del quale i francesi conservano il capolavoro più famoso, la Gioconda). Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e segretario nazionale della Lega, parla di “cristiani insultati”, su X, dove chiosa con uno “squallidi”.

Gli fanno eco Nicola Procaccini, co-Presidente di Ecr ed Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di FdI, che accusano la Francia di Macron e Mélenchon ” di mostrare il peggio di sé. Uno Stato veramente laico rispetta le religioni ma la Francia di oggi, filo-islamica, ha dimenticato le sue radici”. “Mi è piaciuta molto la cerimonia del Gay Pride. Sapete quando è prevista quella delle Olimpiadi?”, è stata poi l’ironia amara di Procaccini, affidata ai social.

Diverse le critiche all’esibizione drag queen anche in Francia e a livello internazionale: è la senatrice di Les Republicains, Valerie Boyer, a intervenire con parole dure dicendo che l’intera cerimonia – nella sua sezione “queer” – rappresenta una “visione della nostra storia che cerca di ridicolizzare i cristiani”. Un affondo è arrivato anche da Elon Musk, che parla di “ridicolizzazione dei cristiani”. Critiche durissime anche dal Rn.

Il cenacolo in formato drag queen ha fatto registrare la dura presa di posizione della Conferenza episcopale francese. “La cerimonia di apertura proposta dal Comitato organizzativo dei Giochi Olimpici prevedeva purtroppo scene di derisione e di scherno del cristianesimo, che deploriamo profondamente”, sostiene la nota della Conferenza episcopale  presieduta da Éric Marie de Moulins d’Amieu de Beaufort. “Pensiamo a tutti i cristiani di tutti i Continenti che sono rimasti feriti dall’eccesso e dalla provocazione di certe scene. Vogliamo che capiscano che la celebrazione olimpica va ben oltre i pregiudizi ideologici di alcuni artisti”, sottolineano i prelati transalpini.

Pronta la reazione della stampa cattolica italiana .”Se volevano stupirci con la loro proverbiale grandezza, beh gli organizzatori, registi, coreografi, i nani e le ballerine della cerimonia d’apertura di Parigi 2024 ci sono riusciti, ma niente affatto alla grande” . Lo scrive online il quotidiano cattolico Avvenire in un commento sulla cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici, in cui “come un piatto di nuova cucina gli chef della serata hanno messo in pentola di tutto: pop, rock, lirica. E poi hanno shakerato gli ingredienti con un pizzico fin troppo abbondante di imprescindibile ‘fluidismo’. Si è andato giù pesante di trucco e parrucco a ridisegnare un’umanità che ormai pare aver senso solo se trasgredisce. Non prendeteci per biechi bacchettoni moralistici, ma che senso ha dover vivere ogni singolo evento planetario, per di più sportivo, come se fosse un Gay Pride?”, scrive il quotidiano della Cei.

Per Famiglia Cristiana, invece, ”Leonardo da Vinci, autore dell’ Ultima Cena parodiata in maniera offensiva e blasfema per i cristiani e con il quale la Francia ha debiti, avrebbe meritato maggiore garbo e la Francia ha cultura sufficiente per sapere che non è necessario offendere la sensibilità e la fede altrui per affermare la propria idea di mondo”.

“Un suicidio storico e culturale” in ”quella che era una delle capitali cristiane della civiltà europea”. Così la Chiesa ortodossa russa ha criticato la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Parigi. In particolare il portavoce della Chiesa ortodossa di Mosca, Vakhtang Kipchidze, ha sottolineato il fatto che ”i travestiti hanno rappresentato l’ Ultima Cena fingendosi Cristo e i suoi discepoli’.

L’incredibile  nota degli organizzatori affidata al direttore artistico Jolly: “La nostra idea era inclusiva. Naturalmente, quando si vuole includere tutti, si pongono delle domande. Il nostro obiettivo non era quello di essere sovversivi. Volevamo parlare di diversità. Diversità significa stare insieme. In Francia abbiamo la libertà di creazione, la libertà artistica. In Francia abbiamo la fortuna di vivere in un paese libero. Siamo una repubblica. Abbiamo il diritto di amare chi vogliamo, abbiamo il diritto di non essere adoratori”, questa l’incredibile difesa di Jolly.

La Nazione dell’illuminismo e della laicità ha dimenticato che il pensiero liberale è tale se rispetta le idee di ognuno, specie quelle relative alla fede. Dopo i terribili fatti di nove anni fa che registrarono le drammatiche imprese dei terroristi islamici l’establishment francese sembra temere più che rispettare il mondo arabo che elogia continuamente emarginando platealmente quello giudaico-cristiano che fa della non violenza il suo credo. Gli “ebrei non graditi alle Olimpiadi”. E’ una Francia che sembra essere stata profetizzata da Oriana Fallaci, islamizzata e intollerante verso le altre due religioni monoteiste.

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