Apre così la stagione del teatro Brancaccio: con una polemica ed un tutto esalurito.
Fino al 21 ottobre è in programma “Il Circo degli Orrori” (The Circus Of Horrors), uno spettacolo di circo in salsa horror, senza animali (quindi, poi, così tanto horror non potrà di certo essere) contaminato da linguaggi peculiari del cabaret e del vecchio avanspettacolo.
Alla prima il pubblico è stato accolto nel foyer dai performer della compagnia che in costume di scena e con rumorosissime seghe elettriche (suppongo giocattolo, ma comunque alla fine, nessuno si è fatto male) hanno aggiunto atmosfera alle luci già basse e rossastre di cui si è tinto il teatro diretto da Alessandro Longobardi. Le decorazioni degli spazi sono tematiche, scorci di vecchi cimiteri con croci e lapidi d’ordinanza e una gabbia dove le persone possono entrare. Il personale di sala indossa monacali sai con tanto di cordone di medioevale memoria. Le decorazioni degli spazi sono tematiche, scorci di vecchi cimiteri con croci e lapidi d’ordinanza e una gabbia dove le persone possono entrare. Alcuni lo fanno. Ho provato e mi sono anche fatta fotografare. L’esperienza del Circus, mi sono detta, va provata nella sua proposta totale.
Il debutto è stato preceduto da polemiche e dalla richiesta del Codacons al Comune di Roma, di rimuovere tutti i manifesti pubblicitari della compagnia su cui compare un clown assassino (più che assassino, visto l’effetto, della discordia) il cui aspetto avrebbe avuto l’effetto di terrorizzare alcuni bambini. Un genitore medio tiene accesa la televisione su telegiornali e trasmissioni di attualità e cronaca. Un genitore medio regala o fa adoperare al figlio un telefono smart e un tablet. Alcuni hanno l’accortezza di mettere filtri. Ma alcuni. I più illuminati dei medi. Ecco, voi siete gli stessi che avete fatto segnalazione al Codacos?
Lo spettacolo è stato premiato dal botteghino. Sempre per l’antico insegnamento che stigmatizzare crea il tutto esaurito.
Il pubblico, soprattutto adulto, è accorso per assistere a questo intrattenimento di recente ideazione. Solo nella metà degli anni ’90 in Inghilterra è nato il primo Circus of Horror dalla cui esperienza ne sono stati fondati altri in Germania, Austria, Francia e per ultima l’Italia. Pure qui ultimi. Un po’ Cirque du Soleil e un po’ il Rocky Horror Show, con sketch di Cabaret, giochi con il pubblico (un tale Vincenzo è stato in piedi più sul palco che seduto sulla sua poltroncina rossa di platea), danza contemporanea e numeri di circo.
I numeri proposti sono desueti, sembrano uscire dai Fraeks Circus. Una ragazza penzola come una bambolina vestita da bambina dell’ottocento, appesa per i suoi capelli. Un’altra in completino intimo non molto sportivo, esegue evoluzioni aeree nel cerchio. Un lanciatore di coltelli e un contorsionista le cui dislocazioni dell’articolazioni creano un collage dinamico vivente di un corpo.
Formalmente l’evento è sconsigliato ai minori di 12 anni. Personalmente lo ho visto, conducendo con me due bambine di 8 anni. Si sono divertite, hanno visto dei numeri del circo, e l’atmosfera horror è talmente teatralmente caricaturale che non impressiona a tal punto di infastidire.
Sono più dubbiosa sull’adeguatezza di alcune battute ad un pubblico infantile. Ci sono doppi sensi, battute sessuali, donne in latex rosso e frustino. Ecco, i bambini, se non specialmente maliziosi non le coglieranno, non si scandalizzeranno, ne’ ci rideranno. Non capendole.
Barbara Lalle