Una delle possibili vie di uscita tecniche dall’impasse sulla Tav l’ha indicata il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri: appellarsi alla “clausola della ‘dissolvenza’ prevista dal diritto francese” che permette la “revoca” dei bandi Telt, in scadenza lunedì, “in qualsiasi momento”. Il leghista ne ha parlato in radio, dopo averla avanzata come proposta durante il vertice notturno di mercoledì.
Stando a quanto riferito da fonti leghiste, sembra che, in realtà, la proposta fosse stata avanzata da Matteo Salvini a Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, almeno due settimane fa. Ma qualificate fonti pentastellate ne rivendicano, sorprendentemente, la primogenitura. “È una proposta su cui stavamo lavorando noi”, sostengono.
Rivendicazioni a parte, l’escamotage sarebbe quello di lasciare che lunedì Telt faccia partire i bandi ma ‘con riserva’ in modo che le aziende italiane e francesi si possano autocandidare. Dopodiché sarà sempre possibile non approvare i capitolati appellandosi all’interesse nazionale. A questo starebbe lavorando Conte e l’accordo è che sarà lui ad annunciare un eventuale raggiungimento del compromesso.
Questa ipotesi collimerebbe anche con quanto detto da Di Maio durante la conferenza stampa pomeridiana a Palazzo Chigi. Il capo politico dei 5 stelle per la prima volta non ha parlato dell’intenzione di sospendere o bloccare i bandi, ma di “non vincolare i soldi degli italiani”.
Far partire i bandi con riserva poi permetterebbe al governo di avviare quella “ridiscussione” dell’opera, promessa dal contratto di governo e annunciata dal premier Conte che guidera’ la trattativa con Francia e Unione europea.
Salvini ieri ha rinviato tutto a lunedì. Di Maio lo ha richiamato all’ordine e al “weekend di lavoro”. Al momento non sono stati fissati incontri, oggi saranno entrambi a Milano. Ma difficilmente si vedranno, il leader leghista trascorrerà il suo compleanno coi figli, approfittando del sabato grasso del Carnevale ambrosiano.
Dopo il duro scontro a distanza di giovedì (con Salvini che ha evocato la crisi di governo e Di Maio che lo ha accusato di essere un “irresponsabile”) i due leader non si sarebbero sentiti. E nella Lega è stata accolta con stupore la decisione di Di Maio di tenere una conferenza stampa nel primo pomeriggio a Palazzo Chigi, notizia peraltro che Salvini avrebbe appreso dalle agenzie.