Il conflitto di coppia è un tema molto attuale, se ne parla spesso dando enfasi alla fase patologica o addirittura quando l’esito drammatico di un’esasperazione patologica conduce alla tragedia familiare. Eppure il conflitto è un fenomeno interpersonale che attraversa varie fasi: in ciascuna fase della sua evoluzione la coppia potrebbe essere orientata nella scelta di rivolgersi ad un professionista dell’area psicologica e quindi indirizzata ad intraprendere un percorso terapeutico o un percorso di mediazione familiare. Orientarsi nel mondo dei servizi psicologico-terapeutici oppure scegliere di avvalersi della mediazione familiare implica prima di tutto essere a conoscenza delle differenze e delle peculiarità dei singoli interventi. Risulta molto arduo per chiunque individuare un progetto psicologico e dirigersi verso una soluzione adatta alle proprie necessità emotive, per questo motivo operare una distinzione tra psicoterapia di coppia e mediazione familiare è un primo passo efficace per affinare meglio la scelta. La psicoterapia di coppia analizza il tipo di relazione per comprendere la funzione e il significato della crisi. Il mediatore, invece, non opera a livello dei contenuti interpretativi del conflitto, ma lavora affinché i due componenti della coppia riescano a costruire un obiettivo terzo rispetto alle proprie teorie personali, che sia al di sopra degli interessi egoistici del singolo. Quindi la domanda cruciale da porsi è: ‘In quale fase del conflitto si trova la coppia?’.In una fase iniziale, ovvero quando ancora è possibile elaborare la rabbia e giungere ad un compromesso sostenibile per la coppia, ci si può orientare verso un intervento di psicoterapia. La mediazione familiare, invece, interviene in una fase in cui la coppia ha già deciso di separarsi e ci si avvia alla definizione dei parametri organizzativi per la gestione dei figli e per il loro mantenimento economico. In generale la terapia di coppia agisce su un sistema disfunzionale che deve essere curato, il mediatore familiare, invece, ha la funzione di cercare modalità che utilizzino al meglio le risorse della coppia già separata, o in via di separazione. L’obiettivo della mediazione familiare è sempre quello di giungere ad una pacifica definizione dei termini di separazione e delle condizioni migliori per i figli. Un buon percorso di mediazione familiare ha come obiettivo principale la sistematizzazione del principio basilare di salvaguardia degli interessi del minore e della garanzia dei bambini alla bigenitorialità. L’incipit strategico del mediatore per l’inizio di una buona mediazione familiare è : ‘Chi meglio di voi genitori può decidere per organizzare al meglio il futuro? Chi meglio di voi può conoscere le esigenze dei vostri bambini? Solo così entrambi sarete vincitori, scegliendo voi per voi stessi’. La mediazione, infatti, intende restituire ai genitori il proprio diritto di scelta per il bene dei figli senza dover ricorrere alla giusta delega al Giudice in caso di elevata conflittualità. Ma sappiamo che le scelte al di sopra delle egoistiche esigenze dei singoli e quindi a tutela dei bambini, sono possibili ed immaginabili, nella misura in cui il conflitto viene gestito e riformulato da un terzo. Attraverso la mediazione familiare si intende riattivare le capacità di autodeterminazione della coppia, le abilità insite in essa per superare il conflitto, nonchè le risorse utili a raggiungere accordi funzionali e durevoli. La funzione del mediatore è infatti quella di guidare la coppia verso una stabilità ed un nuovo equilibrio di fronte alla rottura del proprio rapporto. Mantenendosi imparziale ed equidistante aiutando la coppia a negoziare, il mediatore gestisce le rispettive richieste, cerca le alternative e li incoraggia verso un accordo comune. Il mediatore andrà a potenziare le decisioni proposte dai due coniugi, favorendo che esse vengano prese di comune accordo attraverso un’attenta fase di negoziazione. L’incipit di una buona psicoterapia di coppia risiede, invece, nella possibilità di trovare una nuova chiave di lettura della crisi, dove il conflitto viene interpretato prima ancora di proporne il suo superamento, allo scopo di poter rimanere uniti, secondo il principale citerio della volontà di rimanere insieme e soprattutto che questa volontà venga espressa da entrambi i coniugi. La funzione di una Psicoterapia di coppia è quella di curare e lo dice la parola stessa si tratta di terapia per poter curare e guarire una ferita aperta, una coppia ancora viva, che con un tempestivo intervento ed un iter appropriato, si gioca la partita della propria eventuale sopravvivenza. Sono le coppie ‘survivors’, quelle che quando tutto sembra perduto, con il pronto soccorso di un professionista attento, formato e consapevole, riescono a ritrovarsi. Da un’adeguata psicoterapia può nascere una nuova coppia di genitori all’interno di un percorso approfondito che analizza, appunto, le cause del conflitto. Durante il percorso di psicoterapia di coppia l’obiettivo è quello di tenere unita la famiglia o la coppia ed operare un’analisi degli stili comunicativi e relazionali dei singoli affinché si possa trovare un nuovo equilibrio. In conclusione, al contrario di quanto avviene in psicoterapia, nella mediazione familiare, non si esplorano i sentimenti e le percezioni relative al passato della coppia, infatti, il processo di mediazione, si caratterizza per la sua brevità e pragmaticità ed è orientato alla ricerca di soluzioni concrete per il prosieguo dell’evoluzione familiare dopo la separazione.
Dott.ssa Abate Simona
Psicologa e Psicoterapeuta
(Associazione APS Movimento Genitori Separati)
Dott.ssa Federica Ricci
Psichiatra
(Associazione APS Movimento Genitori Separati)