Il Presidente del Copasir Raffaele Volpi esprime dubbi sulla proroga dello stato di emergenza per il coronavirus. E i dubbi principali sarebbero legati al fatto che la proroga non sarebbe conciliabile con il rischio di tensioni sociali paventati dal Ministero degli Interni.
I dubbi del Copasir sulla proroga dello Stato di emergenza: “Pensiamo che a fronte di possibili situazioni critiche, quali quelle ravvisate dal ministro dell’Interno, che ha parlato di tensioni sociali in autunno, sia inopportuno trovare il Paese con un anomalo e fraintendibile combinato disposto tra eventuali problematiche sociali complesse ed i poteri speciali al Presidente del Consiglio con una eventuale proroga dello stato di emergenza“, ha dichiarato il Presidente del Copasir Raffaele Volpi come riportato dall’HuffPost. “In un corretto perimetro dei ruoli politici ed istituzionali tra governo, maggioranza e ed opposizione riteniamo che le criticità probabili ed eventuali debbano trovare confronto e soluzioni in un immediato, consapevole e normale confronto istituzionale rendendo appieno il ruolo centrale del Parlamento quale massima istituzione della democrazia italiana”, conclude Volpi.
Il riferimento di Volpi è all’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla ministra Lamorgese, la quale aveva ammesso che ci sono rischi concreti di tensioni sociali in vista del prossimo autunno, quando si faranno sentire gli effetti della crisi economica legata al coronavirus.
Le dichiarazioni del ministro Lamorgese su possibili tensioni sociali in autunno, secondo il presidente del Copasir, “debbono essere seriamente considerati proveniente dall’autorità politica di vertice del dicastero a cui afferiscono solidi e professionali apparati di monitoraggio e prevenzione. Al Ministero del’Interno – sottolinea – si riconducono e si ricondurranno , in tali non auspicabili eventualità , conseguenti considerazioni di responsabilità informativa ed operativa”.
“Il Pd è pronto a sostenere qualsiasi scelta del governo utile a contenere la pandemia”. A chiarirlo, su Twitter, e’ Nicola Zingaretti. “Chi nel mondo non lo ha fatto sta pagando un prezzo drammatico”, ricorda il segretario Pd.
‘Nella serata di ieri è giunto un importante chiarimento sulla necessità della presenza del Presidente del Consiglio in Parlamento prima dell’eventuale proroga dello stato di emergenza per spiegarne motivi e modalità, oltre che per ricevere indirizzi delle Camere nella fisiologia di un sistema parlamentare di una democrazia consolidata. Dal momento che martedì è già previsto un intervento del Ministro Speranza, in origine pensato solo per illustrare gli intenti fino al 31 luglio, senza sminuire in nulla il decisivo intervento successivo del Presidente del Consiglio, è lecito però attendersi già alcuni primi chiarimenti sugli indirizzi che stanno maturando nell’esecutivo per la fase successiva’, dichiara Stefano Ceccanti, capogruppo Pd commissione Affari costituzionali della Camera.
“Il governo deve continuare a mettere la salute dei cittadini al primo posto e avere come asse portante della sua strategia di contrasto al Covid 19 il principio di precauzione. L’eventuale proroga al 31 dicembre dell’emergenza nazionale per il Covid 19 non ha nulla a che vedere con i pieni poteri al Presidente del Consiglio sul modello di Orban in Ungheria. Chi delinea questo scenario mente sapendo di mentire al solo scopo propagandistico’, afferma il capogruppo di LeU a Montecitorio Federico Fornaro. Faraone (Iv).
‘Il premier ritiene che siamo ancora in situazione d’emergenza? Allora la sfida è comportarci di conseguenza: subito sì al Mes e anno fiscale bianco”. Così il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, in una intervista a Il Dubbio. “Se c’è una cosa che manca a questo governo è la strategia, non riesce ancora a disegnare un’idea di futuro”, avverte. “Come è noto – riprende – siamo stati i primi a chiedere di ripartire in sicurezza prendendo anche qualche insulto, in particolare sulle scuole, dove poi si e’ capito chi aveva ragione. La proroga dello stato di emergenza fino a fine anno rappresenta un problema enorme per la nostra economia, che stava piano tornando a una semi normalità: se andiamo avanti con la modalità emergenziale significa che i lavoratori continueranno a stare in smart working, che molte aziende resteranno chiuse o vedranno ulteriormente ridurre i fatturati, che non ci saranno nuovi posti di lavoro e ripresa dei consumi, se non per alcuni settori specifici. Questa è la prima considerazione e francamente le decisioni del presidente Conte – incalza l’esponente Iv – lasciano interdetti per vari motivi: il primo è che non si dà un annuncio simile mentre si alzano le paratoie del Mose. Come troppo spesso è accaduto negli scorsi mesi, il premier confonde le conferenze stampa con le aule parlamentari. Avrebbe dovuto per prima cosa confrontarsi con le forze politiche nei luoghi delle istituzioni su una scelta così delicata. Allungare di altri 5 mesi lo stato di emergenza – dice ancora Faraone – significa che anche psicologicamente le persone non usciranno dalla fase di lockdown’.
Faraone anticipa che “chiederemo subito a Conte due cose: un anno fiscale bianco e nessuna incertezza sul Mes. Se siamo in modalità emergenza dobbiamo comportarci di conseguenza, ma non con la politica dei sussidi, con quella del sostegno alle imprese e ai professionisti. altrimenti sara’ un disastro”. “Ricordo che questo governo è nato un anno fa su impulso di Matteo Renzi con l’idea di coinvolgere tutte le forze politiche per sostenete un Paese in crisi, questo vale ancora di più oggi e a maggior ragione dopo le notizie della proroga”.
“Conte voleva un blitz. Consiglio dei ministri lampo, magari notturno; stato di emergenza prorogato al 31 dicembre; pieni poteri confermati al presidente del Consiglio. Punto. La levata di scudi delle opposizioni ha stoppato questo maldestro tentativo, adesso la decisione dovrà essere presa dal Parlamento. Ai 5 stelle non chiediamo niente, sarebbe pretendere troppo, ma ci rivolgiamo invece a Partito democratico e Italia Viva, affinché dicano ‘no’ a questa inutile incoronazione pretesa da Conte’, è l’appello che arriva da Mariastella Gelmini. Il capogruppo FI alla Camera aggiunge che “fermo restando il livello di guardia, da tenere alto rispetto al Covid, non è più accettabile un premier che si atteggia a capo assoluto della Repubblica italiana. Siamo una democrazia matura, non abbiamo bisogno di snaturare le nostre istituzioni per affrontare la coda della pandemia”.